Samarate ricorda i 5 partigiani uccisi dai fascisti
Domenica 9 gennaio la commemorazione "ristretta" a causa delle norme anti-Covid

Oggi, mercoledì 5 gennaio, si celebra il settantasettesimo anniversario dell’eccidio dei cinque martiri, ovvero i cinque partigiani, poco più che ventenni, uccisi dai fascisti nel lontano 5 gennaio 1945 a Ferno.
«Noi, dobbiamo ricordare il samaratese Nino Locarno, Dante Pozzi, Claudio Magnoli, Silvano Fantin e Paolo Salemi per il messaggio che hanno scritto col loro sacrificio», ha raccomandato il sindaco di Samarate, Enrico Puricelli, «Persone la cui memoria vive nella nostra storia, perché contribuirono a costruire quel ponte ideale su cui l’Italia poté attraversare il fiume di dolore ed ingiustizia che separava un necessario futuro libero e democratico dal presente di allora, fatto di dittatura, morte civile e sterminio pianificato. I diritti e le libertà di cui godiamo oggi sono nati allora».
Il rispetto della Resistenza è riconoscere la natura antifascista della Costituzione che alimenta la legalità; è conservare il ricordo di un passato che si traduce nel rispetto quotidiano del mondo e delle persone.
I cinque martiri
I “cinque martiri” si chiamavano Nino Locarno, Silvano Fantin, Dante Pozzi, Claudio Magnoli e Paolo Salemi, erano partigiani della Prima Brigata Lombarda della Montagna, originari di Ferno e Samarate. Furono sorpresi dai fascisti alla cascina Brabbia, allora quasi isolata ai margini del paese, dove oggi sorge la scuola elementare.
La brigata guidata dal fernese Antonio Jelmini (“Fagno”), operativa in montagna e sulle due sponde del Ticino, ha avuto nei due anni di guerra partigiana dieci caduti e quindici feriti.«Alla data della liberazione – ricorda l’Anpi di Gallarate sul suo sito – erano in forza alla 1ª brigata lombarda 164 uomini, per 11 dei quali la militanza partigiana decorreva dal settembre 1943. La maggioranza dei militanti della brigata aveva meno di 20 anni alla data dell’8 settembre, solo 11 superavano i 30 anni».
La commemorazione
La commemorazione sarà celebrata domenica 9 gennaio, nel pieno rispetto delle normative vigenti anti Covid-19. Una cerimonia sobria a causa delle restrizioni sanitarie, svolta in forma ristretta senza il tradizionale corteo e alla presenza delle sole autorità Civili, Anpi e Protezione Civile che prevede l’omaggio ai caduti e la deposizione di corone al cimitero di Verghera alle ore 9.30 e al cippo di Ferno alle ore 10.30.
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