Marco Masini è il nuovo direttore generale della Fondazione Molina

Tante le sfide che attendono il nuovo direttore che ha appena lasciato l'incarico all'Asst Valle Olona per raggiunti limiti di età. Prende il posto di Vanni Belli scomparso nel dicembre scorso

fondazione molina varese

È il dottor Marco Masini il nuovo direttore generale della Fondazione Molina di Varese. Eredita l’incarico da Vanni Belli scomparso il 3 dicembre scorso. 

Il nuovo DG è stato presentato dal consiglio di amministratore con il Presidente Carlo Maria Castelletti, il vicepresidente Fernando Fasolo e l’avvocato Barbara Cirivello membrodel consiglio provinciale e regionale di Uneba.

Il Dottor Masini, laureato in medicina e chirurgia nel 1983, ha ricoperto l’ultimo incarico come coordinatore della rete territoriale e del Dipartimento per la continuità assistenziale e cronicità dell’ASST Valle Olona.

Il neo direttore arriva in un momento di ripresa dopo la quarta ondata pandemica. Tante le sfide aperte e le visione progettuali da definire, in un contesto attualmente molto mobile di costruzione della rete socio sanitaria territoriale definita dalla legge regionale della sanità appena approvata dal Consiglio dei Ministri. Non mancano, però, le criticità legate all’aumento dei costi sia energetici sia di gestione della situazione pandemica. Il comparto socio assistenziale ha chiesto un intervento a sostegno di Regione Lombardia.

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La Fondazione gestisce numerosi servizi: oltre alla residenza, ha il nucleo dei subacuti con circa 22 letti a disposizione di chi esce dall’ospedale ma ha bisogno di cure di minor intensità, il nucleo Alzheimer con 25 ospiti e altrettanti ne ha il reparto comi e stati vegetativi.  C’è una sezione dedicata a ospiti con problematiche psichiatriche con 46 degenti. 

In tutto sono circa 440 le persone assistite dai 500 dipendenti della Fondazione: « Negli ultimi anni – ha spiegato il vicepresidente Fasolo – abbiamo fatto una scelta un po’ in controtendenza, limitando il più possibile i servizi esternalizzati. Assumere personale vuol dire fidelizzarlo e creare un ambiente più stimolante ma anche più stabile». 

Dopo il momento critico a cavallo tra novembre e dicembre, la Fondazione Molina non ha più sospeso le visite dei parenti: una volta alla settimana, per al massimo due ore in presenza. Dal 21 febbraio, se il medico specialista acconsentirà, saranno possibile due visite alla settimana per ogni ospite. 

La Fondazione ha un’equipe di 11 medici assunti oltre a svariate consulenze da parte degli specialisti. La pandemia ha fatto emergere le difficoltà del sistema sanitario, evidenziando le pesanti carenze di professionalità: nel comparto, infermieri Oss e Asa, anche il Molina ha registrato qualche difficoltà. Per questo motivo ha fatto ricorso alla legge che permette l’equipollenza dei titoli ottenuti all’estero e ha assunto sei infermieri dal Paraguay mentre una stessa trafila si sta lattando per recuperare una nuova figura medica.

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Al di là degli ospiti, la Fondazione Molina offre servizi anche sul territorio come l’assistenza domiciliare integrata che offre in regime di servizio socio sanitario ma anche un poliambulatoriospecialistico con i professionisti che lavorano Nella RSA che visitano anche persone esterne a prezzi calmierati.

Tra le sfide aperte, quella della costruzione di una nuova assistenza territoriale a rete che parta dalle case di comunità ma anche la realizzazione di una struttura dedicata al fine vita( casa del sollievo)  e alle cure palliative: « Vogliamo offrire ai nostri ospiti, e a chi ne avrà bisogno, – ha spiegato il presidente Castelletti – un’assistenza psicologica e farmacologica che accompagni nell’ultimo tratto della vita. Insieme all’Associazione Rocco Magnoli e all’Associazione Varese con te realizzeremo una palazzina nuova, nell’attuale parcheggio sterrato, che avrà 15 letti e ambulatori per le cure palliative».

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Pubblicato il 16 Febbraio 2022
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