L’appello del Coordinamento Care: “Le Istituzioni tutelino bambini e ragazzi che stanno arrivando in Italia”

Il comunicato del Coordinamento delle Associazioni familiari Adottive e Affidatarie in Rete

Varese ancora in piazza per l'Ucraina

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Coordinamento delle Associazioni familiari Adottive e Affidatarie in Rete in relazione alla situazione della guerra in Ucraina.

Ciò che sta accadendo in Ucraina in questi giorni ci lascia tutti attoniti e sconvolti. Le relazioni dell’Italia con l’Ucraina sono di lunga data per ciò che riguarda le adozioni internazionali e i soggiorni solidaristici. In Italia, infatti, vivono uomini e donne nati in Ucraina e adottati da famiglie italiane che hanno ormai più di 30 anni.

Le famiglie che sono diventate tali grazie all’Ucraina sono davvero tante.

Subito dopo i primi bombardamenti si è diffusa fra numerose organizzazioni una attivazione umanitaria di grande rilievo, sia proponendo la raccolta e l’invio di beni di prima necessità, sia proponendo progetti di ospitalità dei profughi che stanno arrivando.

Alcune di queste azioni umanitarie sono dirette alla accoglienza di bambini “orfani” provenienti dagli istituti ucraini e su questo aspetto, in particolare, vogliamo chiedere attenzione.

I bambini e i ragazzi ospiti degli istituti in Ucraina nella maggior parte dei casi non sono orfani. Fuori di lì ci sono, infatti, mamme, papà, fratelli, nonne, zii che i bambini e i ragazzi in molti casi continuano a vedere e a sentire. I motivi per cui sono negli istituti sono dovuti alle tante complessità e criticità delle loro famiglie di origine.

La retorica dell'”orfano ucraino” è fuorviante e può indurre la percezione che questi bambini non abbiano connessioni nella loro terra di origine. Inoltre, con queste fughe in avanti si perde di vista quanto sia essenziale che, proprio nelle situazioni emergenziali, si faccia attenzione a non perdere traccia di tutta la documentazione che riguarda i bambini, contenente i dati anagrafici e i possibili contatti per i loro successivi ricongiungimenti. E’ proprio perdendo di vista questi aspetti che si rischia di aprire la strada a condizioni di rischio per i bambini stessi.

Il primo rischio riguarda la difficoltà di ricongiungimento con i loro familiari dopo che l’emergenza sarà passata. Rischio che può anche riguardare bambini già abbinati a famiglie adottive in Italia e nel mondo. Il secondo rischio è quello del mancato tracciamento e monitoraggio dell’affidamento dei bambini, con tutto ciò che ne consegue.

L’esperienza passata, dal genocidio del Rwanda allo tsunami del 2004 nel sudest asiatico fino al terremoto di Haiti, ci ha insegnato quanto sia fondamentale l’attenzione sui diritti dei bambini nei contesti emergenziali a loro tutela e protezione.

Chiediamo, perciò, che le Istituzioni si adoperino immediatamente affinché siano messe in essere tutte le condizioni di protezione e tutela dei bambini e dei ragazzi che stanno arrivando in Italia, a partire prioritariamente dalla conservazione dei loro legami familiari e dal monitoraggio attento e costante delle condizioni di ospitalità che si realizzeranno.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Marzo 2022
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