Si insedia la commissione Welfare a Gallarate: prima sfida l’Ucraina
A Gallarate ci sono 103 profughi ucraini, tutti ospitati dalle famiglie. Il Comune e le associazioni stanno organizzando l'accoglienza, tra l'iscrizione a scuola e i pacchi alimentari
La commissione al Welfare di Gallarate (presieduta da Luigi Galluppi) si è riunita per la prima volta questa sera, lunedì 21 marzo, per fare il punto sulla risposta del Comune all’emergenza Ucraina.
«Rispetto ad altri Comuni ci siamo messi qualche giorni prima: le famiglie gallaratesi hanno direttamente ospitato i profughi ucraini oppure hanno messo a disposizione altri appartamenti; ci sono i casi in cui le famiglie, che hanno una badante ucraina, hanno ospitato l’intera famiglia arrivata dall’Ucraina; i bambini di Chernobyl, sono tornati nelle famiglie che negli anni precedenti li hanno accolti per dei soggiorni terapeutici. Le persone che sono arrivate erano già organizzate e avevano dei contatti diretti», ha preso la parola l’assessora ai Servizi Sociali, Chiara Allai.
L’accoglienza a Gallarate
Allai ha fatto il punto su come il Comune sta affrontando l’emergenza, partendo dalla cronistoria: «Primi arrivi risalgono al 3 marzo, ci sono state riunioni con le associazioni del territorio che aiutano il Comune; l’accoglienza per ora è affidata ai cittadini gallaratesi (tramite la compilazione di un form o l’invio di una mail)».
I numeri aggiornati a venerdì 18 marzo riguardavano 91 persone (tra cui 4 lattanti, 28 bambini dai 3 ai 10 anni, 12 ragazzini e 47 adulti); nel weekend ne sono arrivate altre e le persone sono saliti a 103.
Il primo passaggio è all’ufficio servizi sociali con tutta la documentazione; è stato organizzato uno sportello ad hoc il giovedì mattina, dove gli ucraini sono accompagnati da una traduttrice: «La persona che ci ha aiutato parla ucraino: fin da subito si è dimostrata un punto di riferimento fondamentale per comunicare con le persone che sono arrivate e ha tradotto in cirillico tutte le comunicazioni».
Successivamente c’è il tampone all’hub tamponi e vaccini al casermone: «In quel momento chiediamo loro se vogliono fare il vaccino».
I bambini andranno a scuola nel rione dove vivono; si sono attivate quasi tutte le società sportive per aiutarli a fare attività pomeridiane e aggregarsi; «Cedal ha dato la disponibilità per erogare i certificati sportivi per i bambini: per ora i primi che hanno iniziato vanno a calcio», ha continuato l’assessora.
Le associazioni Auser, Banco per la famiglia e Banca del tempo hanno raccolto beni e stanno distribuendo i pacchi alimentari alle famiglie.
Ai profughi è garantito il servizio bus gratuito in accordo con Amsc: «Si fa una tessera con il nome e la foto, realizzata dallo staff del sindaco»; così come la mensa scolastica è granita ai bambini. Settimana scorsa è iniziato il corso di italiano in biblioteca; anche Acli ne farà partire uno, mentre ci sono anche i due corsi di italiano per stranieri tenuti regolarmente da Caritas al Centro della gioventù e alla sede Caritas di Moriggia.
Seppur in piena emergenza e con tutte le difficoltà, il Comune e le associazioni stanno provvedendo ai bisogni delle persone arrivate in città, tra cui il benessere psicologico: «Stiamo valutando l’ipotesi di percorsi EMDR con degli psicologi professionisti che si occupano dei traumi per il Comune, i cittadini gallaratesi e gli ucraini».
Oltre ad aver attivato un codice Ilan per le donazioni, l’amministrazione nell’ambito del progetto Cracking Art ha attivato la vendita di più di 150 rane fluo il cui ricavato andrà a beneficio dei profughi.
“Non abbandoniamo le famiglie ospitanti”
Dove alloggiano gli ucraini? «Gli unici alloggi che stiamo usando sono quelli dei privati cittadini. Per ora 85 nuclei famigliari gallaratesi si sono resi disponibili». Gianfranco Selvagio (commissario di Città è vita) ha esortato l’amministrazione a fare rete e a «non abbandonare le famiglie che stanno ospitando i profughi. Il Comune deve farsi garante del funzionamento del sistema accoglienza. La sinergia deve essere continuativa e garantire una relazione tra i profughi ucraini».
«Al termine del periodo massimo che era presente nel form per l’accoglienza cosa succederà? La disponibilità data per il timing nel momento in cui si esaurisce si sposta in un’altra famiglia?», ha chiesto Massimo Gnocchi (Obiettivo comune Gallarate). Così la risposta di Allai: «Ogni famiglia ha una situazione a sé ma in base alle scadenze comunicheremo gli eventuali spostamenti».
Nonostante gli sforzi e la generosità messa in campo da parte delle associazione dall’amministrazione fin dall’inizio dell’emergenza, si sente la mancanza di direttive che arrivino dal sistema centrale: «In questa fase si sente poco la voce e la presenza dello Stato che deve stanziare fondi e dai direttive comuni. Speriamo di avere in futuro indicazioni più precise».
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