Strage di rospi e anfibi in Valganna, Gavirate e Cremenaga

Complice la pioggia e le temperature più miti, centinaia di anfibi affrontano l’annuale migrazione. Senza barriere e nonostante i cartelli in queste notti se ne trovano a decine schiacciati dalle auto

Anfibi in amore fra stragi e salvataggi

Con le prime piogge di primavera e una temperatura serale sopra i 5°, escono. A decine tirano fuori la testa dalla terra in cui si sono sotterrati per passare l’inverno e si mettono in marcia guidati da una cosa tanto misteriosa quanto affascinante: l’istinto. Alla ricerca della pozza d’acqua dove garantire sopravvivenza alla specie, rospi, rane e salamandre iniziano la loro annuale migrazione per riprodursi.

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Per quanto, nel nostro immaginario, siamo portati a pensare che questi anfibi vivano negli stagni, la realtà vede le cose un po’ diverse, con la loro presenza all’interno del bosco e lontano dall’acqua nei mesi invernali. Pensate che circa l’80/90% dei rospi adulti torna esattamente nella pozza d’acqua dove è nato. Una cosa affascinante, se ci pensate, e su cui si stanno ancora conducendo degli studi per capire come queste bestiole riescano a “geolocalizzare” e ricordare le coordinate precise del loro luogo di nascita.

Anfibi in amore fra stragi e salvataggi
Foto di Martina Landi

Dopo un inverno all’asciutto dunque, rospi e rane si mettono in marcia per fare ritorno al luogo natio e qui riprodursi. Terminate le operazioni di deposizione e fecondazione delle uova, gli adulti si spostano nelle aree in cui trascorreranno l’estate, che possono essere lontane anche 3- 4 chilometri da quelli della riprosuzione e costringerli ad affrontare dislivelli di 200-400 metri. Una sfida mica da ridere, se si è lunghi 8 centimetri.

(I numeri fanno riferimento ai rospi comuni, Bufo bufo. Le rane verdi, del genere Pelophylax, possono arrivare a percorrere fino a 15 km!)

Anfibi in amore fra stragi e salvataggi
Foto di Sara Fasani

L’alta provincia di Varese è uno dei luoghi interessati da questo fenomeno in Italia e sono molti i punti di criticità dove ogni anno, quando parte la stagione, capita di trovarne a decine lungo la strada. A nulla valgono i cartelli di attenzione che vengono posti in prossimità dei luoghi più soggetti alla migrazione: ogni anno una strage. Il problema nasce perché fra la tana e la “pozza natia” l’uomo a volte a costruito…le statali!

E’ il caso della Valganna, di Cremenaga e di Gavirate. Fra il bosco e il lago/fiume vi sono strade poco illuminate, molto trafficate (la notte meno, d’accordo) e spesso percorse a velocità folli. Una delle più frequenti cause di incidenti da queste parti è l’urto con cinghiali, cervi o caprioli mentre dall’altro alto una delle prime cause di morte della fauna sono gli investimenti ad opera degli automobilisti. Vengono chiamate nel mondo scientifico e in maniera decisamente evocativa, “Road kill”, un tema su cui la Comunità Montana Valli del Verbano ha realizzato un omonimo progetto di sensibilizzazione. Di seguito il video realizzato da Marco Tessaro:

Come evitare le stragi?

Il metodo migliore, una volta noti i punti di attraversamento degli anfibi che abbiamo visto essere molto abitudinari, è installare delle vere e proprie barriere le settimane prima dei previsti rialzi termici con rovesci, a bordo strada.

Rospi, rane e salamandre si trovano così la strada sbarrata e, mentre son lì a capire come venirne a capo, raccoglierli munendosi di guanti e secchi. Una volta “acchiappati” si traghettano dall’altra parte, vicino alla pozza d’acqua che stavano cercando di raggiungere. Dopo qualche settimana bisognerà avere l’accortezza di posare nuove reti dall’altro lato della strada, per intercettare gli esemplari “di ritorno”.

Anfibi in amore fra stragi e salvataggi
Foto di Martina Landi

Un lavoro non da poco insomma, che in provincia di Varese viene svolto con passione e amore per questi animali in diversi punti. A Mesenzana, zona “Le lische”, dal 1993 sono oltre 70 mila gli anfibi “traghettati” dalle Guardie Ecologiche Volontarie – GEV insieme a tanti volontari.

Fra Brinzio e Castello Cabiaglio il lavoro è affidato alle GEV del Parco del Campo dei Fiori, a Luvinate ci sono i volontari di Legambiente e Lipu, a Sesto calende quelli dell’associazione “Tutela Anfibi Basso Verbano.” Una nota di merito va alle “rospare” di Lavena Ponte Tresa, Miriam, Martina e Shirley in particolare, che quasi senza nessun supporto ufficiale da anni vanno a presidiare la zona del “Bagatt” a Lavena posando barriere e traghettando con le forze che hanno decine di rospi.

Anfibi in amore fra stragi e salvataggi

Per darvi un termine di paragone, nel gruppo di Mesenzana ci sono diverse GEV, il supporto della Comunità Montana e più di 25 volontari che ogni sera, per più di un mese, fanno “la ronda” dove sono state posate le barriere a caccia di rospetti innamorati.

400 rospi traghettati in sicurezza a Mesenzana grazie al “servizio taxi per anfibi”

Le zone non presidiate

Dove non ci sono persone e barriere invece, è una strage. La Valganna (fino al tratto di Valmarchirolo all’altezza di Cugliate Fabiasco) lo è da sempre, anche per il fatto che attraversarla a piedi di notte diventerebbe molto pericoloso per i volontari, se non adeguatamente segnalati o coadiuvati da un qualche ente che fornisca loro giacche catarifrangenti, torce, magari dei cartelli di allerta. Come avviene invece a Mesenzana, dove Comunità Montana Valli del Verbano mette a disposizione un’auto, torce, giacche, teli cerati (quasi sempre piove quando c’è da raccogliere), GEV, fogli per censire tutti gli esemplari e la sede come punto di ritrovo/appoggio logistico.

Sul ruolo dei comuni vi è una legge Regionale che li cita nel merito e da tenere a mente qualora vogliate istituire un gruppo di salvataggio:

art. 4 comma 7, LR 10/2008. I comuni, qualora nel territorio di rispettiva competenza sussistano popolazioni di anfibi in migrazione, coadiuvano e incentivano le operazioni di salvataggio svolte dai servizi di vigilanza ecologica ai sensi della legge regionale 28 febbraio 2005, n. 9 (Nuova disciplina del servizio volontario di vigilanza ecologica), o da altri soggetti competenti sul territorio.

Dopo aver letto questo articolo, se vi è venuta voglia di dare una mano ai gruppi esistenti, potete contattare a seconda della zona queste realtà:

Vi segnaliamo inoltre questa serie di appuntamenti per approfondire il tema degli anfibi:

Alla migrazione degli anfibi è dedicato il capitolo 12 del libro “Senza Confini. Le straordinarie storie degli animali migratori” della comunicatrice scientifica Francesca Buoninconti, edito da Codice Edizioni.

Eleonora Martinelli
eleonora.martinelli@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Aprile 2022
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