Coca in macchina e documenti falsi: arrestato dai carabinieri di Luino
L'uomo colpito da un provvedimento di espulsione era rientrato illegalmente in Italia: è stato portato in aeroporto e imbarcato

Carte d’identità nuova fiammante ma in auto parecchi contanti e ben 30 dosi di cocaina: per questo i militari hanno fatto scattare le manette.
I carabinieri di Luino infatti, alla fine di maggio scorso, nel corso di un controllo alla circolazione stradale sulla provinciale di Cunardo, avevano intimato l’alt ad un’utilitaria condotta da un giovane di origine albanese. I sospetti si sono presto concentrati sulle esatte generalità avendo egli fornito dei documenti nuovissimi, e così è stato sottoposto a perquisizione che ha consentito di trovare 30 dosi di cocaina e oltre 1.600 euro in contanti di vario taglio.
Il suo nominativo, corrispondente a quello riportato sul documento di guida e sul passaporto è stato però motivo di ulteriori approfondimenti. Per questo motivo, una volta accompagnato in caserma e foto segnalato, dalle impronte digitali, è emersa la sua vera identità.
Un nome sul quale pendeva un’espulsione già eseguita dal territorio nazionale nel mese di agosto dello scorso anno. Il giovane fermato, invece, aveva fatto rientro in Italia utilizzando una patente di guida ed un passaporto, rilasciati in Albania, perfettamente contraffatti e sui quali erano state indicate le false generalità che gli avrebbero consentito di girare liberamente sul territorio nazionale.
Dichiarato in arresto per ingresso clandestino in Italia, detenzione di stupefacenti e possesso di documenti di identità falsi, è stato tradotto in carcere di Varese in attesa di accertare le sue responsabilità nel corso del processo penale. Quindi, dopo l’udienza di convalida è stato posto all’obbligo di firma presso i Carabinieri in attesa di emettere un nuovo decreto di espulsione da parte delle Autorità amministrative che ne hanno ordinato nuovamente l’espulsione. Venerdì scorso, i carabinieri di Luino hanno così provveduto al suo accompagnamento presso l’aeroporto di Bologna con un volo diretto a Tirana. Per lui vige ora il divieto di poter fare ingresso nuovamente in Italia per i prossimi 5 anni
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