Al via le celebrazioni per San Cristoforo, il patron di Gallarate

Si parte domenica sera con la benedizione delle automobili, mentre lunedì 25 luglio ci sarà la messa in basilica

La festa del santo patrono di Gallarate

A Gallarate luglio fa rima con feste e spiritualità. Dopo la tradizione del brodo caldo (la “Cuntrada dal broeud”) celebrata lo scorso week end in concomitanza della della settimana dedicata alla Madonna del Carmine, domenica 24 luglio e lunedì 25 luglio la città si avvia ai festeggiamenti del suo santo patrono, san Cristoforo (che cade lunedì 25 luglio).

Il programma

Si parte domenica 24, alle 20.45, preghiera a San Cristoforo, protettore dei viandanti e benedizione degli autoveicoli in zona mercato di via Torino. Alle 21.30 è in programma uno spettacolo di cabaret in Piazza Libertà con Urbano Moffa.

Lunedì 25, alle 10.30, in Basilica sarà celebrata la santa messa con i parroci della città: si rinnoverà la tradizionale offerta dei ceri da parte dell’amministrazione comunale. Si proseguirà alle 20.45 con i vesperi in basilica, mentre alle 21 ci sarà la benedizione alla città impartita dal prevosto dal sagrato della Basilica. Infine, alle 21.30, si esibirà la Fanfara dei bersaglieri Nino Tramonti-Mario Crosta di Lonate Pozzolo.

Chi era San Cristoforo, patron di Gallarate

Cristoforo morì martire in Licia, nell’attuale Turchia, nel 250, anno in cui ci fu la persecuzione dell’imperatore Decio. Cristoforo fu soldato imperiale, ma dopo la conversione – per mano del vescovo antiocheno Babila – scelse di servire Dio. Consigliato da un monaco – che lo educò nella nuova fede – si ritirò a vivere presso un fiume. Andava così a sfidare le divinità pagane, che le superstizioni ponevano coi loro capricci all’origine di eventi naturali disastrosi, come le inondazioni dei fiumi.

Presso il fiume esercitava la sua carità nel sostegno ai viandanti che dovevano attraversare le acque pericolose. La leggenda racconta che una notte un fanciullo gli chiese di essere aiutato per attraversare le acque. Lui lo caricò sulle spalle e mentre camminava sentiva su di sé il peso che cresceva. Giunto a riva scoprì che il fanciullo era il Bambino Gesù e che il peso che stava portando sulle spalle era il peso di tutto il mondo. Il nome stesso di Cristoforo è strettamente collegato a questo episodio mitologico: deriva dal tardo nome greco Χριστοφορος (Christophoros), composto da Χριστός (Christós, “Cristo”) e φέρω (phérō, “portare”), e significa quindi “portatore di Cristo“.

La leggenda traduce il senso della carità di Cristoforo: chi serve una creatura, serve Gesù stesso. Inoltre, ogni gesto di carità si sa dove inizia e non si sa dove finisca, e comporta pertanto che si doni tutto di sé e si prenda su di sé il peso del mondo intero.

È tradizionalmente raffigurato come un gigante: secondo la vulgata occidentale, prima dell’episodio del fiume era un uomo solitario che viveva nei boschi lontano da tutto e tutti.

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com

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Pubblicato il 22 Luglio 2022
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