A Crenna le sirene e il silenzio per Alessio Teoldi: “Quando la campana suonerà sarai con noi”
Vigile del fuoco, è scomparso improvvisamente all'età di 44 anni. Nella chiesa del quartiere sulla collina l'hanno pianto i colleghi, la famiglia e tanti amici, di fronte a un dolore enorme e inspiegabile
 
																			
                        
						
						
						
						Risuonano le sirene dei mezzi dei vigili del fuoco, ma rimane un grande silenzio, sulla piazza di Crenna di Gallarate. Silenzio di dolore e ancora quasi d’incredulità, a cinque giorni dalla morte improvvisa di Alessio Teoldi, a 44 anni: un amico, un figlio, un papà, un compagno, un collega, per le tante persone venute a salutarlo alla chiesa di San Zenone, nel quartiere dove è cresciuto.
In chiesa e sul piazzale sono schierati i colleghi vigili del fuoco, tornati qui per la seconda volta in due settimane, dopo un altro doloroso saluto, quello a Roberto Di Saverio . «Ancora una volta», sono le prime parole pronunciate da don Luigi Pisoni. Il funerale cristiano è speranza di qualcosa dopo la morte, ma anche mistero della sofferenza qui, ora: «Chi ci rotolerà via questo masso? Chi ci rotolerà via questo immane dolore?» ha chiesto il sacerdote, riecheggiando l’immagine della resurrezione di Gesù.
Ed è un dolore ancora inspiegabile per molti, per una dipartita improvvisa, nel giro di poche ore. Lo è per la famiglia – Alessio Teoldi lascia due bambine – e anche per i colleghi, che erano in turno con lui quando il vigile del fuoco un piccolo dolore persistente. Sono tantissimi i vigili del fuoco, in servizio e ormai in congedo, in divisa e in borghese, venuti a salutare un collega che era vigile del fuoco per vocazione e anche per tradizione familiare (ha un fratelli in divisa del Corpo e un padre che è stato ufficiale). La bara è stata vegliata da prima della cerimonia dalla sua ultima squadra, ci sono gli altri della “4A”, il codice di chiamata del distaccamento di Busto-Gallarate dove Alessio faceva servizio.
Lo hanno ricordato tutti per la sua simpatia e disponibilità, anche per la voglia di spendersi in quel lavoro fatto di turni lunghi, attese e improvvise chiamate, anche di attenzione alle persone (come veniva richiamato già al funerale del collega Di Saverio). Una passione che anima tanti nel servizio: «Questa fiamma la consegna a chi l’ha incontrato, perché la custodisca» ha ricordato ancora don Pisoni.

Quelli della 4A hanno scritto anche un messaggio commosso. «Siamo stati una grande squadra, abbiamo aiutato tante persone e fatto del bene. Ti vogliamo ringraziare, sono stati anni meravigliosi, questi vissuti insieme» ha letto un collega alla fine della cerimonia funebre.

«Ti promettiamo che ogni volta che la campana suonerà, tu verrai con noi e sarai la stella che ci guiderà dall’alto. Oggi più che mai dobbiamo essere orgogliosi di ciò che siamo. Perché siamo vigili del fuoco».
Teoldi era anche un po’ un ragazzo del quartiere, che si è fermato per l’ultimo saluto, con le persone in piazza e affacciate ai balconi dei palazzi intorno. All’uscita del feretro hanno risuonato le sirene, quelle dell’autobotte e quella dell’autoscala (su cui Teoldi doveva salire nel primo turno a cui è mancato) Poi sono rimasti solo il silenzio e il dolore e gli abbracci, accanto al casco della 4A.
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