Non piace l’dea della settimana corta nelle scuole per sostenere i costi energetici: la Provincia ha pronte altre soluzioni
Il consigliere Longhini si dice disposto a discuterne ma a un tavolo nazionale. Il consigliere Vettori racconta come Villa Recalcati sta affrontando il problema
Con i costi energetici alle stelle come si sosterrà la spesa per le scuole? A poco più di due settimane dall’avvio del uovo anno scolastico, a livello nazionale si pone il tema del contenimento dei costi. Tra le idee quella della settimana corta, sui 5 giorni, così da poter allungare il periodo di non utilizzo degli impianti.
A Villa Recalcati, l’idea è accolta con attenzione ma con estrema prudenza: « Il problema esiste, ed è di strettissima attualità – commenta il consigliere provinciale con delega all’Istruzione Simone Loghini – ma non ci vogliono soluzioni estemporanee, a macchia di leopardo. Se venisse aperto un tavolo nazionale, allora saremmo anche favorevoli a sederci e discuterne. Ogni cambiamento va affrontato con serietà, con tutte le parti coinvolte. La Provincia è l’ente che gestisce il patrimonio edilizio scolastico e paga i costi, ma poi si devono ascoltare gli Uffici scolastici, i dirigenti e i genitori. Consideriamo, inoltre, che arriviamo da due anni di pandemia, dove gli istituti hanno dovuto pensare a orari scolastici alternativi, sempre diversi. Oggi si può finalmente tornare alla normalità e questa va preservata. Quindi, sono disponibile a un tavolo ma senza iniziative estemporanee».
Dello stesso avviso anche il collega, il consigliere provinciale con delega all’Edilizia scolastica che gestisce costi delle scuole, Enrico Vettori: « Noi abbiamo già messo da parte un tesoretto per far fronte ai costi energetici del prossimo anno scolastico. È chiaro che il mercato è in fibrillazione e non possiamo sapere cosa avverrà il prossimo anno. Per ora siamo tranquilli e garantiamo il riscaldamento a tutti gli edifici. Abbiamo un’azienda incaricata di verificare ogni problema, malfunzionamento o scarso efficientemento per intervenire tempestivamente. Dall’autunno, abbiamo deciso di sottoporre ad analisi gli impianti fotovoltaici delle scuole. Quasi tutti gli edifici lo hanno. Il tecnico dovrà valutare la produzione di energia, calcolare se è sufficiente o va potenziata, intervenire se risconta problemi. Il nostro sforzo sarà quello di garantire anche la produzione di energia con fonti alternative. Si potrebbe pensare anche a un sviluppo dell’eolico, con i nuovi sistemi a dimensione di piccole strutture. Investire sulle rinnovabili è la via che dobbiamo perseguire».
L’anno scolastico che si apre, quindi, non dovrebbe riservare problemi a studenti e docenti, a parte quell’obbligo che permane di cambiare l’aria ogni ora che , a volte, fa impazzire le sonde termostatiche mandando in tilt le caldaie.
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