Il presunto omicida di Malnate da due anni accompagnava anziani e malati
Il 66enne di Malnate arrestato, ex guardia giurata, si occupava di trasporti assistiti. L'associazione sapeva di un precedente per truffa: "La spiegava come un disguido. Ma nel servizio era sempre attento e sensibile"

Il presunto omicida indiziato per la morte di Carmela Fabozzi nella vita aveva fatto la guardia giurata, ma nel suo presente c’è un ruolo da volontario in un’associazione che si occupa di trasporti per anziani, la Anteas di Varese, legata al mondo Cisl.
Sergio Domenichini «faceva servizio con noi da due anni», conferma Sabino Familietti, presidente dell’associazione, scosso per la notizia. E conferma che la sigla era a conoscenza di un precedente, una condanna per truffa che il 66enne spiegava come un disguido, una roba da pochi soldi.
«Sul servizio era anche piuttosto attivo, operava soprattutto nei paesi intorno alla città. Aveva un rapporto amichevole e umano con i pazienti: noi lavoriamo molto con gli oncologici, persone fragili che hanno bisogno di attenzione e calore umano» continua Familietti.
Ma vi eravate mai insospettiti per qualcosa? Eravate a conoscenza di episodi di truffa e furto? «Sì, queste precedenti erano emersi, ma lui li aveva spiegati come un disguido, legati a un acquisto di libri, a un portafogli che aveva smarrito al momento dell’acquisto. Una cosa di poco conto che però era sfociata in una denuncia per truffa. Con il segretario della Cisl lo tenevamo sott’occhio ma non ci erano mai arrivate segnalazioni negative».
(Nella foto di apertura: la corte teatro dell’omicidio, il giorno della scoperta del cadavere)
Oggi all’Anteas sono tutti «esterrefatti e amareggiati» di fronte ad un fatto così drammatico. E la signora Fabozzi era conosciuta? «Noi non la conosciamo,, non è nell’elenco degli assistiti» assicura Familietti, che ha verificato appunto i file con i recapiti di tutti gli assistiti. «È possibile che avesse fatto dei servizi in modo privato, senza passare da noi». Del resto, la vittima e il presunto assassino erano entrambi di Malnate, la cosa potrebbe essere nata da un contatto informale. Agevolato dalla fiducia in quell’uomo che – pare – tutti conoscevano come simpatico e attento.
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Assurdo! O i vertici di Anteas mentono sapendo di mentire oppure, ed è probabilmente ancora peggio, risultano approssimativi e superficiali nella valutazione delle persone a cui affidano anziani e malati.. Il Domenichini non solo era stato denunciato più e più volte, anche per furto, ma aveva subito condanne. La pericolosità sociale del soggetto era mota e facilmente verificabile. Chiedere scusa e attivare da subito meccanismi di controllo sarebbe opportuno.