Aule all’Insubria troppo affollate: “Giusto protestare, ma è un problema di assestamento”
La rappresentante degli studenti in Consiglio di Amministrazione dell'Università dell'Insubria Roberta Grasselli spiega cosa sta avvenendo nel Dipartimento Disuit. L'ateneo, intanto, apre alla possibilità di registrare le lezioni, una scelta personale del docente

« Ci sono alcuni problemi e difficoltà. È inutile nasconderlo. Ma occorre ricordare una cosa: i corsi di Scienze della Comunicazione e di tecniche della Comunicazione non sono obbligatori. Chi si presenta all’esame viene trattato in modo uguale, sia che abbia frequentato sia che non lo abbia fatto». Roberta Grasselli, rappresentante degli studenti nel Consiglio di Amministrazione dell’Università dell’Insubria, ha passato l’estate a confrontarsi con gli iscritti e i docenti del corso di laurea in vista della ripresa delle attività del nuovo anno accademico: « Tutte le istanze che gli iscritti hanno presentato sono state sottoposte al Presidente del Corso professor Facchetti e e alla Direttrice del Dipartimento Sabatini. Loro le hanno presentate alla governance – spiega la rappresentante – Il rettore si è confrontato con gli altri atenei lombardi e italiani e ha deciso di attenersi alle indicazioni generali per riportare tutti in aula sospendendo la didattica a distanza. Abbiamo chiesto delle deroghe per i fragili innanzitutto, che sono state adottate, per gli studenti lavoratori o per chi risiede lontano. Ma sono state negate. Abbiamo anche chiesto una tolleranza minima per chi salta la lezione perché arriva con i mezzi e incontra problemi oggettivi. Anche in questo caso non abbiamo ottetto una risposta positiva. Continueremo a chiedere, almeno per capire le motivazioni».
Al di là della protesta degli iscritti (“legittima nei modi”) Roberta Grasselli spiega che molti dei problemi riscontrati fino a oggi sono legati a un avvio di anno che va ancora aggiustato: « Al primo anno di Scienze della Comunicazione ci sono 600 iscritti. Chi si occupa della “logistica” delle aule , sa che non tutti vengono in presenza. Occorre valutare la richiesta di posti effettiva per ogni lezione: i disguidi del primo giorno sono stati risolti con l’impegno dei responsabili organizzativi che hanno cercato subito soluzioni più consone alla domanda».
In questi giorni molte aule sono affollate e costringono i ragazzi a sedersi per terra: « Nei semestri di pandemia – commenta ancora Roberta Grasselli – l’Università dell’Insubria ha offerto un servizio eccellente per poter svolgere sia le lezioni sia gli esami a distanza. Ora si è deciso di rientrare in presenza e occorrerà del tempo per assestarsi. Anche gli altri atenei stanno vivendo le stesse problematiche di spazi ma non mi sembra ci siano proteste… Va dato merito al Rettore di aver affrontato personalmente la questione, partecipando agli incontri, confrontandosi con docenti e studenti. Il problema è molto sentito al nostro dipartimento, il Disuit, che è il più popoloso. D’altra parte, le lezioni non contemplano la presenza obbligatoria, a differenza di altri corsi, come Medicina ad esempio, dove è necessario esserci. Allora è chiaro che occorre contemperare tutte le esigenze, dando priorità».
L’Università dell’Insubria è ormai annoverata tra gli atenei “medi”. La sua fame di spazi è nota perchè la crescita della popolazione non ha coinciso con un’altrettanta veloce espansione immobiliare: « È stata sollevata la questione dei laboratori troppo limitati in relazione alla richiesta – chiarisce ancora Grasselli – Si tratta di seminari o attività che richiedono la presenza. Attualmente sono state assegnate aule limitate a 35 posti, ma c’è la volontà di spostarli in spazi più ampi così da soddisfare un maggior numero di domande. Le attività inizieranno tra una decina di giorni e io credo che, per l’inizio, i problemi saranno risolti. Uno dei fiori all’occhiello dell’Insubria – sottolinea la rappresentante degli studenti – è il rapporto privilegiato degli iscritti con i docenti. La presenza è un valore. Detto questo, cercheremo di ottenere maggiori garanzie per chi ha oggettivi ostacoli nella partecipazione in presenza».
Intanto l’Insubria allenta leggermente la sua posizione: un aggiornamento delle modalità di frequenza consente ai docenti di registrare le proprie lezioni e renderle disponibili on line. Sarà una scelta individuale. Ma è un’apertura.
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