Malnate piange il suo pittore centenario: addio ad Albino Ambrosetti

Aveva compiuto 100 anni pochi giorni fa, allievo e collaboratore di Silvio Bonelli, erano famose le sue opere sulla natura

albino ambrosetti malnate

È stato uno dei più importanti artisti di Malnate. È morto, pochi giorni dopo aver festeggiato il suo centesimo compleanno, Albino Ambrosetti. 

Allievo, amico e collaboratore di Silvio Bonelli, erano famose le sue opere che riguardavano la natura. Boschi, paesaggi del territorio malnatese e del Varesotto, ma anche particolari come fiori e foglie, curate fino nei minimi aspetti.

Il funerale si terrà domani – giovedì 20 ottobre – alle ore 16.00 nella chiesa Parrocchiale San Martino a Malnate.

Il ricordo della famiglia:

Aveva raggiunto la vetta dei 100 anni, seppur con fatica, giusto la settimana scorsa e ieri sera, 18 ottobre, ha terminato la sua corsa terrena. La sua vita, ricca di esperienze soprattutto tra amore per la montagna e la natura, si è distinta nel campo della pittura. La sua attività ha valicato i confini non solo di Malnate, ma anche provinciali e regionali, spingendosi fino all’estero. Ora riposa nella sua casa, tra i suoi quadri, circondato dall’amore delle cinque figlie e di tutti i suoi cari, insieme ad Anna che si è presa cura di lui negli ultimi anni.

Albino Ambrosetti

L’ultima edizione della Sagra Settembrina, la festa dell’oratorio che quest’anno ha celebrato la 75esima edizione, ha ospitato una mostra di Ambrosetti. Per l’occasione le figlie ne hanno tracciato un lungo ricordo, che riportiamo integralmente:

Albino Ambrosetti è nato l’11 ottobre 1922 a Malnate dove vive tuttora in via Monviso 12 nell’abitazione che, insieme alla sua famiglia, ha condiviso con l’amico e pittore acquarellista Silvio Bonelli.

Fondamentale per lui, già amante del disegno fin da ragazzo, ma spinto a dipingere dopo due anni di prigionia nei campi di lavoro in Germania, è stato proprio l’incontro con Bonelli, grazie alla presentazione di un comune amico nel novembre 1947. Con Bonelli nascerà presto un’amicizia che li porterà a condividere, per tutta la vita, non solo la passione per l’arte, ma anche per la montagna, per i viaggi nelle città d’arte e a vivere, come un’unica famiglia (moglie e figlie comprese), nell’abitazione bifamiliare, dal 1950 in via Isonzo e poi nell’attuale.

I due, il maestro e l’allievo, uscivano spesso insieme nei fine settimana, per dipingere e ritrarre dal vero i paesaggi di Malnate, poi si ritrovavano a discutere sui lavori fatti. Dal punto di vista artistico Albino si è distinto subito dal maestro prediligendo la pittura ad olio: già nelle prime opere, datate 1948/49, e tuttora appese alle pareti di casa, si nota un’abilità che sicuramente era insita nel suo DNA.

L’attività artistica, a cui Albino poteva dedicare solo i fine settimana, (poiché lavorava come operaio prima e poi disegnatore nelle ditte Malinverno e Siome di Malnate), l’ha portato a partecipare a numerose mostre sia collettive, sia personali, in vari centri del Varesotto e fuori provincia.

La prima personale si è tenuta a Legnano nel 1949, poi nelle scuole di Malnate nel 1955. Al termine dell’attività lavorativa, durante gli anni di pensionamento, la pittura è diventata, per Albino, il maggiore interesse a cui dedicarsi quasi a tempo pieno, approfondendo la sua ricerca e la sua cultura.

Impossibile elencare tutte le mostre che si sono susseguite negli anni, ricordo solo alcune tappe per dovere di cronaca: nel 1970 a Gallarate, Amici delle Arti, nel 1977 a Milano, galleria Montenapoleone, nel 1978 a Como, ma anche fuori dai confini nazionali, come testimonia la sua partecipazione ad un’esperienza interculturale con la Russia nell’anno 1988 insieme ad altri pittori italiani.

Nel Museo d’arte moderna di Gallarate è conservata una tela di grandi dimensioni (120×120 cm) in cui unica protagonista è una grande foglia che si svela nei suoi particolari più nascosti.

Un dipinto di Albino è presente a Boarezzo – Valganna, nel villaggio artistico “G.Grandi – O. Tabacchi”: si tratta dell’opera “Il contadino” (1984), dipinto murale su pannello (100×120 cm), dove natura, semplicità e poesia si fondono armonicamente. Un’altra opera, ”Luci e ombre” (1990), su pannello di 106×155 cm, si può ammirare a Cadorago, in via Magenta, 5.

Altri progetti importanti sono stati gli interventi nelle scuole: in particolare ” IL PITTORE NELLA SCUOLA” presso la scuola media “Don Franco Rimoldi” a S. Fermo, Varese, nel 1989 e nel 2003/2004 in alcune classi seconde e terze della scuola media “N. Sauro” di Malnate, presentato nel testo: “L’ARTE A MALNATE PASSATO E PRESENTE” a cura di Emanuela Ragno e Barbaro Guarnera.

Per il Natale 1993 il Comitato di Solidarietà Malnatese ha scelto, tra i vari bozzetti presentati, il soggetto “La chiesa di S. Matteo” per il piatto-strenna ed “Il pittore Albino Ambrosetti ha eseguito personalmente le cento copie numerate!” Anche nel 1996 è stato scelto un suo bozzetto raffigurante lo scorcio di una tradizionale corte della frazione Rovera di Malnate.

L’attività pittorica di Albino si è evoluta nel corso degli anni attraverso sperimentazioni e ricerche sia sui materiali, sia sulle forme ed i soggetti, come testimoniano gli scritti e gli incontri con numerosi critici d’arte ed altri artisti (ricordo in particolare la grande amicizia con lo scultore malnatese Paolo Borghi).

“Ambrosetti ha sempre rivolto il suo sentire e la sua attenzione nei confronti della natura che considera la sua ispiratrice e maestra… E sono stati proprio gli elementi più semplici e meno appariscenti, come i tronchi, le radici e le foglie, a catturare il suo interesse ed a stimolare la sua fantasia creatrice… Ed ecco così che, delle povere e semplici cose, apparentemente insignificanti… nobilitati dalla sua mano, riacquistano una loro dignità…” (Renato Valerio – critico – nov.1987)

Albino “Ha sempre dipinto dal vivo, anche i ritratti, mai partendo da una fotografia, perché dipingendo dal vivo si interagisce con il soggetto, si va al di là dell’immagine e si avverte ciò che ha dentro. Se non si percepisce un’emozione non si può dipingere: l’artista riceve emozioni dall’esterno ed ha la capacità di esternare le sue… è l’inconscio che viene in superficie…” (Dal testo “L’arte a Malnate tra passato e presente”).

Nel 2007, per il compimento degli 85 anni, Albino viene intervistato da Riccardo Prina, di ARTEVARESE, nella sua abitazione ed a lui viene dedicato uno speciale su La6 tv: “Ormai lavora poco e la sua ricerca ha ceduto il passo a meno impegnative improvvisazioni… ma il mondo di Ambrosetti è ancora intatto: denso del lavoro di una vita, di fedeltà non contrattabile alle proprie inclinazioni…”

E proprio girovagando nello studio e osservando i numerosi dipinti che riempiono tutt’oggi le pareti della sua abitazione, la scelta è caduta su quest’opera, intitolata dall’autore “FIORE DI PRATO”, una grande tela ad olio (100×150 cm) datata 1985, per la copertina della brochure della Sagra Settembrina 2022, che il comitato ha selezionato come la più rappresentativa del messaggio della festa cittadina.

Un solo fiore (e non è così importante conoscerne il nome scientifico) colto tra mille che sbocciano nel grande prato davanti a casa. Anche la moglie Rina amava i fiori di prato e nell’abitazione c’era sempre qualche mazzo di fiori misti, margherite, ranuncoli, salvia selvatica… a dimostrazione che l’amore per la natura, condiviso con lei, ha poi contagiato tutta la famiglia.

Un solo fiore, isolato dal contesto, colto nei suoi particolari: lo stelo esile che si innalza oltre la cornice, le foglie alternate e slanciate, e quella corolla aperta, di un vivo colore tra il rosa e il violetto, che spicca sullo sfondo grigio e che allarga i sottili petali intorno.

Un solo fiore di prato, che nessuno ha seminato, innaffiato o curato, un vero dono della natura, che viene dall’Alto. I suoi semi, senza intervento umano, con l’aiuto del vento, degli insetti o degli uccellini, si diffonderanno intorno per dare origine a tanti altri fiori,simili ma non uguali, perché anche ogni fiore è “unico”, come unico è stato il modo di dipingere e di ritrarre la realtà di Albino.

Mi viene in mente il passo del Vangelo di Matteo “Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro, (Mt, 28-29)

Ecco “Semi di pace” simbolici ma veri, un insegnamento per ciascuno e per tutti. 

A nostro padre con gratitudine, affetto e riconoscenza

Marinella Ambrosetti e le sue sorelle

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Ottobre 2022
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