Rapine in Svizzera, un anno e 8 mesi per associazione a delinquere
La decisione del collegio per fatti che risalgono al 2017: l’uomo, già condannato oltreconfine per uno dei due reati
Assolto per la rapina, condannato invece a 1 anno e 8 mesi per associazione a delinquere e porto abusivo d’armi. Stiamo parlando di una delle battute finali del processo ai colpi ai cambiavalute e distributori ticinesi (uno dei processi che hanno riguardato le “batterie“ in azione negli “anni Dieci” del nuovo millennio).
Alla sbarra rimaneva uno degli imputati, un 31enne catturato dalle autorità svizzere e condannato a due anni per rapina, fatto per il quale il pubblico ministero aveva chiesto nell’udienza precedente, a novembre, l’applicazione nel corso del rito italiano del ne bis in idem internazionale, cioè di non poter venir processato due volte per lo stesso fatto), chiedendo dunque, per la rapina, il non luogo a procedere.
Il difensore Corrado Viazzo contestava anche l’applicazione delle norme penali per il reato associativo, che per il diritto svizzero presuppongono la “banda armata“ solo come aggravante del reato di rapina (pena come si è visto già scontata in Svizzera dall’imputato) e non come fattispecie giudica a sé stante, che invece la corte italiana ha ritenuto rientrare nell’alveo della punibilità, giungendo alla condanna di martedì (immagine di repertorio).
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