La gioeubia torna a bruciare a Rescaldina, in 500 in piazza per il falò tra musica e storia
Rogo della gioeubia nel segno delle novità a Rescaldina, che punta sulla musica per innovare quello che è ormai un appuntamento fisso per il paese
Il rogo della gioeubia torna ad illuminare il cielo di Rescaldina dopo tre anni e raduna in piazza Mercato quasi 500 persone che si sono riunite intorno al fuoco per riabbracciare quella che da una ventina di anni è ormai diventata un appuntamento fisso per il paese grazie alla regia della Pro Loco. E quest’anno insieme al falò i tantissimi cittadini che hanno ridato vita alla tradizione hanno trovato anche musica e storia grazie ad un ventaglio di interventi che ha fatto rivivere la leggenda e ha trasformato le fiamme in un “centro di gravità permanente” per tutta la comunità.
Secondo la leggenda, la Gioeubia era una vecchia strega magra, con le gambe lunghe e le calze rosse che viveva nei boschi e dagli alberi osservava tutti quelli che si addentravano tra le piante, soprattutto i bambini. L’ultimo giovedì di gennaio, poi, la Gioeubia andava alla ricerca di qualche bambino da mangiare, finché un giorno una mamma non le tese una trappola: preparò una pentola di risotto giallo con la “luganega”, ovvero la salsiccia, e lo mise sul davanzale della finestra. Attirata dal profumo, la Gioeubia uscì dal bosco e mangiò la pietanza senza accorgersi del tempo che passava: quando ebbe finito, il primo raggio di sole era ormai spuntato e la polverizzò, mettendo in salvo i bambini.
Ancora oggi sulla scia di questa leggenda a fine gennaio in molti comuni del Varesotto e dell’Alto Milanese per celebrare la ricorrenza viene bruciato un fantoccio raffigurante una strega per esorcizzare le forze negative dell’inverno e propiziare l’avvento della primavera. E Rescaldina anche quest’anno non ha fatto eccezione, bruciando però, per la prima volta, un fantoccio con sembianze maschili e non femminili.
«La gioeubia torna dopo tre anni e ci permette di far rivivere questa tradizione com’era una volta – ha sottolineato il presidente della Pro Loco Angelo Seveso -, magari più in piccolo ma con novità che finora non si erano mai viste: la musica e la possibilità, anche per i bambini, di dare un messaggio sul motivo per cui vogliamo buttare nel fuoco i brutti pensieri, per riuscire attraverso la tradizione ad innovare portando anche messaggi importanti alla popolazione. Cerchiamo di bruciare le cose brutte di questo mondo come la guerra, la pandemia e le ingiustizie e di tornare ad essere sereni e vivere meglio il futuro».
«Quella di quest’anno è un’edizione differente rispetto a quelle precedenti, è un tentativo di fare qualcosa di diverso senza stravolgere le tradizioni perché sono importanti ma domandandosi cosa sono le tradizioni e se ci può essere un modo differente di portare avanti questo rito – ha aggiunto il sindaco Gilles Ielo -. Rispetto alla formula tradizionale ci sono molte criticità, dalle emissioni in ambiente di CO2 con il falò al messaggio che si manda bruciando la strega e quindi una donna nella realtà che oggi viviamo rispetto alla violenza sulle donne. Il tentativo è quello di introdurre come elemento la musica suonando tutti insieme e provando a coinvolgere le persone, che avranno anche la possibilità di registrare un video per spiegare cosa rappresenta per loro la gioeubia e cosa vogliono bruciare, nella doppia accezione di purificazione per lasciarsi alle spalle qualcosa ma anche di dare luce a qualcosa che si vuole vedere realizzato il prossimo anno».
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