113 anni di calcio a Varese. Ma c’è poco da festeggiare

Il 22 marzo 1910 è la data della fondazione del Varese Football Club, ma l’amore per il pallone in città sembra far parte del passato

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Auguri Varese! Già, ma quale? Il 22 marzo 1910 è la data della fondazione del Varese Football Club. Oggi, a 113 anni di distanza, il calcio nella Città Giardino è in trend negativo e il Città di Varese, società che ne ha preso l’eredità, anche se mai ufficialmente, è in grave crisi di risultati, fatica a far breccia nel cuore della città e lotta affinché possa avere un futuro migliore.

IL CALCIO VARESINO
La storia del calcio a Varese, iniziata proprio quel 22 marzo 1910, è stata costellata da tanti campionati tra i professionisti, 7 dei quali in Serie A, tutti raggruppati dal 1964 al 1975. Dieci anni che hanno permesso alla società di essere al 52esimo posto nella classifica perpetua del massimo campionato italiano. Questo però vuole anche dire che la Serie A manca in città da quasi 50, con una storia recente che parla di una rinuncia al professionismo e tre fallimenti dagli anni Novanta al 2019. Le 5 apparizioni in Serie B dal 2010 al 2015 sono stata l’ultima parentesi positiva, che è proseguita da anni di confusione, depressioni e tanto dilettantismo. È infatti dal 2015 che manca il calcio professionistico a Varese. Prima la rinascita dall’Eccellenza, con tanto entusiasmo iniziale, la Serie D con i playoff persi. Il prosieguo si è costellato però da una serie di eventi negativi che hanno portato prima alla retrocessione in Eccellenza, poi la chiusura dei cancelli del “Franco Ossola” con la squadra dirottata a Viggiù e infine la mancata iscrizione al campionato e il fallimento per insolvenza.

NUOVO CORSO
Il 12 agosto 2019 si è conclusa la storia di quello che era stato fondato come Varese Football Club e che è fallito con il nome di Calcio Varese. Da allora nessuna società è subentrata formalmente per tenere in vita quella storia ultracentenaria. A prendere l’eredità morale, per i tifosi e per la piazza, è stato il Città di Varese, fondato in quell’estate e iscritto al campionato di Terza Categoria. Dopo aver preso il titolo dal Busto 81 nel 2020 sono seguiti tre anni di Serie D, con la salvezza del 2021 in un campionato fortemente condizionato dal Covid e un grande acuto, la vittoria dei playoff del 2022. Quella attuale – dopo un’estate a parlare di Serie C e ritorno tra i professionisti – doveva essere la stagione della consacrazione e invece le cose hanno iniziato a non girare nel verso giusto, in società e in campo, con le prestazioni della squadra che rispecchiano il momento di difficoltà dell’ambiente. Quello che era stato accolto a tutti gli effetti come “Il nuovo Varese” ha perso nel giro di poche stagioni l’appeal della piazza, che sta rispondendo in maniera fredda. Sono rimaste poche centinaia le persone – e per fortuna ci sono – che ostinatamente continuano a supportare la squadra, in trasferta e al “Franco Ossola”, dove però la grandezza dell’impianto masnaghese fa risaltare ancora di più il numero rarefatto dei tifosi. In questi quasi quattro anni ci sono state diverse cose buone, come il progetto legato al Centro Sportivo delle Bustecche, ma altrettanti sono stati i punti deboli – la mancanza di imprenditori del territorio è una di quelli – che stanno portando a un graduale distacco dal cuore cittadino, isolando il club in una terra di mezzo arida e infertile, tanto da far dubitare i sostenitori su un possibile futuro biancorosso.

FUTURO BIANCOROSSO
Come fare per riacquistare il cuore dei tifosi? I risultati sono fondamentali, e questa è una banalità assoluta che vale per tutte le squadre del mondo. Ma i risultati sono anzitutto il frutto del lavoro della società, del progetto, della solidità del lavoro svolto giorno dopo giorno con armonia, un particolare che in questo momento sembra proprio mancare nelle sfere dirigenziali biancorosse. Servirà che chi di dovere si accomodi al tavolo, metta in chiaro le cose e soprattutto inizi a costruire delle basi solide e ancorate al terreno. Una retrocessione in Eccellenza – opzione quanto mai realistica, purtroppo – potrebbe essere meno dolorosa del dovuto se la ripartenza dovesse coincidere con un rilancio del progetto Città di Varese, con un assetto societario più limpido, ruoli definiti e con le giuste competenze. La piazza varesina lo ha richiesto più volte, trovandosi però di fronte un muro che non riesce a dare risposte; la stessa piazza che in passato ha dimostrato che anche il campionato di Eccellenza può portare migliaia di persone allo “Franco Ossola”, basta che si crei empatia con la città e che questa si rispecchi nella società. I prossimi mesi saranno importanti per capire se il Città di Varese avrà la volontà di imparare dagli errori commessi e iniziare un nuovo capitolo di storia biancorossa o se proseguirà con il paraocchi sulla propria strada. Chissà se il 22 marzo 2024 sarà un anniversario da celebrare o un’altra data sul calendario utile solo a rivangare il passato.

Francesco Mazzoleni
francesco.mazzoleni@varesenews.it
Sport e Malnate, passione e territorio per comunicare e raccontare emozioni
Pubblicato il 22 Marzo 2023
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