Addio a Renato Bertossi: “L’anima del Jazz a Varese”

Da sempre attivo nel mondo della musica ed in modo particolare nel mondo del Jazz, Bertossi era per molti un pilastro e un punto di riferimento. Ecco alcuni ricordi

Renato Bertossi

Una notizia che ha sconvolto il mondo della cultura varesina ed in particolare quello della musica. Renato Bertossi se n’è andato all’età di 76 anni lasciando un grande vuoto intorno a se, ma soprattutto tanta dimostrazione di stima e di affetto.

A poche ore dalla sua scomparsa i messaggi di cordoglio sono moltissimi e tanti i ricordi legati alla sua figura. Da sempre attivo nel mondo della musica ed in modo particolare nel mondo del Jazz, Bertossi è stato anche il sindaco di Cuasso al Monte dal 1975. Un punto di riferimento per molti, musicisti e non solo e sempre presente quando si parlava di band, concerti, eventi, dischi e serate.

«Possiamo dire che era l’anima del Jazz a Varese degli ultimi 40 anni – commenta Giulio Rossini di Filmstudio 90  -. Abbiamo collaborato fin dai tempi del mitico locale Splas(h) di Induno Olona, un locale che era già troppo avanti rispetto a quello che era la scena in provincia. Ha portato avanti con determinazione, convinzione e perserveranza la sua passione per la musica, senza mai fermarsi, nemmeno davanti alle difficoltà. Ho sempre fatto tutto da solo, senza mai essere riconosciuto dal punto di vista istituzionale. Ora che non c’è più ci renderemo conto di cosa vuol dire. Ho una ferita aperta nel cuore».

“Sarai sempre nei miei pensieri e nel mio cuore, avrò sempre questa espressione, questo sguardo, lo sguardo di chi ti ha tanto voluto bene, ti ha stimato e si è sentita sempre onorata della tua amicizia, del tuo bene. Mi hai aiutata, supportata, incoraggiata, ascoltata sempre…non sono nessuno ma quello che sono lo devo a te”, scrive la cantante Giusy Consoli e dell’associazione 67JazzClub di cui Bertossi era presidente (nella foto sopra insieme). 

Il giornalista Nicola Gervasini sottolinea il suo ruolo nel mondo culturale, ora rimasto orfano di una figura importante: “Immaginate una città dormiente in cui i sussulti di vita hanno quasi sempre un unico Deus ex Machina. Con la scomparsa di Renato Bertossi, Varese perde, se ne non tutto, quasi, Fondatore dello Splasc’h, locale e etichetta che ha lanciato praticamente tutto il jazz italiano degli ultimi 40 anni (Fresu, Ghiglione,Gatto), non ha mai smesso di organizzare concerti d’ogni genere, come altro avrei potuto vedere un giovane Paolo Bonfanti suonare con Dick Heckstall-Smith se no?. Nella mia vita di musicofilo lui c’è sempre stato. Ci siamo visti l’ultima volta quasi un anno fa al concerto di Riki Cellini credo. Un gran dolore”.

“Non riesco ad essere triste. Non mi salgono nemmeno le lacrime. Renato era e sarà, per sempre, LA Musica. Un Uomo come lui è costellazione. Nelle belle sere d’estate, Renato brillerà, suonerà e canterà con noi. Noi. Eternamente suoi alunni. Noi che siamo cresciuti con Splash(h), fraternizzato nei locali e nei concerti, colorato la città con la musica che Renato ci ha consentito di far crescere ed emozionare. Renato è in ognuno di noi. Vivo. Forte. Addio amico mio. Divertiti con Jobim. Siamo tutti Bertossi”, scrive sulla sua pagina Facebook Marco Caccianiga, componente del gruppo Distretto 51.

“Ciao Renato, potrei scrivere tante cose ,non sono l’unico, ma quello realizzammo insieme resta. – scrive Angelo Ferrarelle che con lui ha condiviso gli anni della musica e del locale, ma anche della politica -. Cuasso perde un cittadino illustre, un grande sindaco, una persona mai doma che guardava alle cose da fare per il futuro. Personalmente, abbiamo condiviso un bella stagione nel PCI della Valceresio, l’attivazione dello Splasc’h club nei locali del circolo familiare di Induno Olona…tanta roba! Il suo amore per la promozione sociale culturale del territorio, dei talenti e degli appassionati della musica e del cabaret. Tanti fecero successo anche per il palco messo a disposizione da lui, dove metteva il sigillo prima di ogni serata. Inutile ricordare quella stagione e quella successiva col club jazz 67. Lo voglio ricordare alla politika ,ma principalmente alla gente. Fu sua l’idea di arrivare alla costituzione della città Valceresio, prima ancora della costituzione della Comunità Montana stessa. Superando e valorizzando le specificità. Un’idea affascinante, non realizzata ma resta una Stella del firmamento buio. Comunque rimane una indicazione base per ogni realizzazione del nostro territorio”.

“Pur con i nostri caratteri (esuberanti delle volte – non sono mancati anche dei litigi) e nonostante i nostri mondi musicali fossero così diversi, negli anni abbiamo imparato ad andare molto d’accordo e posso dire di essere onorato di aver condiviso con Renato soprattutto questi ultimi anni difficili post Pandemia. Tra il tennis bar di Villa Toepltiz, le feste di Sant’Ambrogio e il circolo, abbiamo passato delle belle estati insieme. La sua presenza, la sua tenacia anche nei confronti delle calamità naturali (tipo il maltempo in estate – come faceva a sapere sempre se pioveva o no lo sa solo lui), e la costanza, ma anche la sua brillantezza sono state tra le sue più grandi qualità. Oggi la musica, non solo jazz, piange per una così importante scomparsa”, ricorda invece Stefano Morandini, musicista e organizzatore di eventi. 

“Grazie Renato Bertossi per averci dato la possibilità di ascoltare la musica, quella vera, nella nostra città. Grazie per averci sempre trasmesso entusiasmo e voglia di migliorarci. Grazie per essere sempre stato il nostro punto di riferimento. Grazie per le tue presentazioni memorabili, per le chiacchierate notturne davanti a “uno dei miei” per gli aneddoti e il modo in cui sapevi ammaliarci. Ci mancherai tantissimo. Fai buon viaggio. E organizza concerti anche in paradiso!”, scrive il musicista Luca Fraula. 

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Pubblicato il 17 Marzo 2023
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