Brown e Wolde, un professore e uno specialista per la Openjobmetis

Markel è un concentrato di classe, Tomas ha il coraggio di provarci in ogni condizione. Ma non dimentichiamoci di Owens e Librizzi. Serata nera per i playmaker

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ROSS 5 (IL PEGGIORE) – Quando il mondo gira all’incontrario. Per oltre 20′ i primi due cannonieri della Serie A, Bartley e Ross, rimangono a secco, zero punti complessivi. Poi i due qualcosa combinano ma il nostro Colbey resta lontanissimo dai suoi standard: triple fallite con i piedi per terra, serpentine che non arrivano al ferro, palle perse, un libero sbagliato. E un milione di fischi dopo un contatto che fa saltare il naso di Ruzzier. Lui non smette di combattere – 6 rimbalzi e 5 assist – ma il raccolto complessivo è magrissimo, più falli (5) che punti (4). Ma anche senza di lui, Varese la risolve.

WOLDETENSAE 8 – Di certo a Tomas il coraggio non manca. Ce ne vuole per tirare da 3 con quei ritmi, in quegli spazi, quando è chiaro che la difesa sa già quello che stai per fare. Eppure lui, come il calabrone che non potrebbe volare, tira lo stesso anche se sta arrivando in corsa o se è costretto al passettino indietro, o se è spinto verso la linea laterale. La mano però sa dove mandare la palla: in fondo al cesto. Sei su dodici da 3, la solita sfuriata nel secondo periodo che ormai è “zona Wolde” ma anche qualche magia quando lo striscione d’arrivo è a pochi metri. Specialista.

DE NICOLAO 5 – Con Ross in bambola, Brase lo manda sulle tracce dell’ex compagno di reparto Ruzzier entrato alla grande in partita. Denik ci prova anche, ma il risultato non è certo di quelli da incorniciare. Trova un bel canestro in entrata ma in attacco è tutto lì. E quando Ross per la seconda volta lascia Varese in braghe di tela, il coach americano non ci pensa due volte: Librizzi sul parquet, Giovanni a guardare. Una scelta forte cui il numero 10 dovrà rispondere sul campo fin da mercoledì.

LIBRIZZI 7 – Nel momento decisivo della partita, Matt Brase si trasforma in Johan Roijakkers: fa alzare Matteo, lo tranquillizza, lo spedisce in campo con la consegna di difendere forte e, quando possibile, sorprendere in attacco. Missione compiuta con una giocata decisiva, la tripla sganciata a 3.32 dalla sirena che vale il primo vantaggio della ripresa per Varese. E per un pelo non arriva la doppietta nell’azione seguente. 5 punti in 16′, la mossa che Ruzzier non si aspetta. Il jolly di Sant’Ambrogio.

FERRERO S. V. – Cinque minuti per allungare la squadra in assenza di Reyes. Spende un paio di falli ma non ha praticamente modo di farsi vedere.

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BROWN 9 (IL MIGLIORE) – “Sei tutti noi”, si urla talvolta dagli spalti senza ben capire cosa significa. Ma Markel questa volta è davvero “tutti noi”, perché l’uomo di Alexandra, Louisiana, mette in campo la passione, la voglia, la forza che ogni tifoso di Varese avrebbe voluto riversare sul campo. Non lo possiamo chiamare “Generale” perché a Masnago il ruolo è già ben occupato. “Professore” però sì, perché la sua partita è un concentrato di classe, forza, precisione ed esperienza. E poi tutti vedono i 27 in attacco, ma quante volte Markel manda in tilt Bartley, uno da 20 punti a partita? Gigantesco.
MVP Confident per i lettori della #direttaVN con il 49% dei voti.

CARUSO 6,5 – Il solito merito – perché è un merito – di farsi trovare pronto nei pressi del canestro per convertire assist in punti (sette alla fine) che fanno comodo soprattutto nei momenti in cui Varese fatica a coinvolgere i lunghi. Per il resto partita senza lampi rilevanti nella quale si dà il cambio più volte con compare Tariq: alla fine toccherà all’americano emergere.

OWENS 7 – Il tabellino è quel che è – appena 6 punti con 6 tiri – e l’impatto sulla partita, se la consideriamo tutta, non è nulla di eccezionale. Ma se Varese in attacco può piazzare lo scatto giusto al momento giusto, tanto merito ce l’ha anche il Tariq che chiude a doppia mandata l’area pitturata a suon di balzi, respinte, chiusure, sventolate. Due stoppate, compresa quella arrivata nel mezzo delle triple biancorosse che ribaltano l’inerzia e il punteggio. E dieci rimbalzi contro una squadra come Trieste che azzanna a ripetizione sotto i tabelloni. Saracinesca.

JOHNSON 7 – Più quantità che qualità, per una volta. Ha il merito di essere sempre reattivo, così da tenere impegnato il proprio difensore anche se l’incasso non è di quelli ricchissimi. Va in doppia cifra, 12, ma tira anche tanto (3 su 13). Vince qualche duello, aggiunge numerini positivi al tabellino senza mai sfondare fino in fondo. Solo una richiesta: basta con quegli isolamenti da mille palleggi sulla linea da 3 punti. Non c’è verso di concluderli con un canestro, specie nell’ultimo minuto.

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Aprile 2023
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