Abusi sessuali su minori, a processo a Varese madre e patrigno
La donna accusata del reato in concorso: non avrebbe fatto nulla per interrompere le attenzioni del compagno nei riguardi delle figlie. Il difensore: “Non ci sono elementi, va assolta”

Un milieu familiare deteriorato e fatto di continue tensioni, violenze fisiche e psicologiche manifestate di continuo da una coppia “scoppiata“ di fronte ai figli minori che subiscono quella violenza assistita forse più grave di quella patita. Poi la goccia che fa traboccare il vaso: durante i compiti in una struttura diurna per minori in un piccolo paese della provincia di Varese una delle ragazzine parla e racconta agli educatori del suo malessere, del fatto che il patrigno chiede di entrare nella camera dove dormono.
Sospetti che attivano quella serie di meccanismi che in questi casi tendono a dare subito un aiuto alle persone vittime di violenze e abusi sessuali (anche infilarsi nel letto di una minore, fatto che viene contestato, rappresenta a pieno titolo una fattispecie di questo genere). E poi quella frase ripetuta in aula da un’educatrice di una struttura protetta dove le minori dopo questi episodi vennero ospitate: «Le ragazze dissero che la mamma sapeva, e non ha detto niente».
Frase pesante che chiama in correità anche il genitore biologico delle due parti offese (tuttora minori) di questa vicenda maturata fra il 2018 e il 2019. Ma l’avvocato difensore della donna non ci sta: «Si tratta di accuse generiche e non provate. La mia assistita va prosciolta da questo procedimento che la vede peraltro vittima di maltrattamenti da parte dell’ex convivente ora anche lui a giudizio», ha spiegato l’avvocato Nicola Giannantoni a margine di un’udienza per un processo che chiama delicatezza nella trattazione degli argomenti in esso contenuti.
In aula i due imputati: la donna, in libertà, e l’ex compagno in carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, e al quale in passato venne contestata anche la mancata ottemperanza della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa famigliare, per il quale finì in carcere. In autunno la prossima udienza.
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