Aggrediti a calci e pietre da una banda di ragazzi a Gallarate

Un brutto episodio nella zona di Corso Leonardo Da Vinci, nella serata di martedì, vittima una giovane coppia e i suoceri. "Non li conoscevamo, ma cercavano lo scontro"

carabinieri

«Poteva finire molto peggio». Parole della coppia aggredita insieme ai suoceri, a pietrate e calci, nella serata di martedì a Gallarate, nella zona di Corso Leonardo Da Vinci più vicina ad Arnate. Una aggressione immotivata: «Quattro ragazzi che non avevamo mai visto, che cercavano un pretesto» (foto d’archivio).

L’aggressione ha segnato le persone coinvolte, ancora spaventate a distanza di quasi un giorno. «Eravamo usciti a cena e avevamo appena parcheggiato – racconta il giovane aggredito fisicamente – la mia ragazza e mia madre erano già quasi sulla porta di casa», sui lati del viale alberato. «Io e il compagno di mia madre eravamo vicini alle auto, mentre stavamo per raggiungere casa ho sentito da dietro le voci che mi rivolgevano insulti. Erano tre ragazzi e una ragazzina, mi sembravano minorenni, alcuni giovanissimi».

Secondo le persone aggredite, lo scontro sarebbe cercato sfruttando un pretesto. «Uno di loro mi indicava e sosteneva che l’altra sera l’avessi minacciato perché sparava i “botti”.Ma non è vero, non li conoscevamo neppure. Hanno cercato a terra dei sassi e hanno iniziato a lanciarceli addosso, a tutti noi. Tra l’altro sia mia madre che il suo compagno hanno entrambi disabilità».

Dopo il primo lancio di pietre si è arrivati al contatto diretto: «Uno di loro ha sferrato un pugno in faccia al compagno di mia madre, hanno aggredito a calci me e lui. Anche le persone dei palazzi dei sono affacciate e hanno chiamato i carabinieri». La presenza di altre persone e forse anche una certa fermezza nell’opporsi hanno convinto il gruppetto di aggressori a defilarsi e a questo punto «dopo aver atteso l’arrivo dei carabinieri» gli aggrediti si sono rivolti alla caserma dell’Arma.

L’intervento sul posto è stato rallentato dalla mancanza di una pattuglia libera in quel momento, in un momento in cui (in via straordinaria) le forze dell’ordine cittadine avevano meno pattuglie “su strada”. La gazzella dei carabinieri è poi effettivamente arrivata sul posto, ma (come anche l’ambulanza) non ha trovato nessuno perché appunto le quattro persone avvicinate dai ragazzini si erano trasferite alla caserma di Largo Verotti di Pianella, distante solo qualche centinaio di metri.
«Ci hanno detto solo di andare al pronto soccorso per farci medicare e refertare, noi in quel momento eravamo spaventati: temevamo che il gruppo tornasse ad aggredirci, per quello siamo andati lì in caserma. Sono un cittadino che paga le tasse, abbiamo il diritto ad essere protetti e tutelati».

Sfogo comprensibile considerata anche la paura e la difficoltà a gestire ragazzi sì molto giovani, ma determinati e “su di giri”, forse sotto effetto di droghe, più che di alcol. In ospedale sono state riscontrate le ferite per il giovane e per il compagno della madre (entrambi ne avranno per cinque giorni). «Ma poteva finire molto peggio, per fortuna non erano armati».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 24 Maggio 2023
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