Da Milano a Laveno per far rinascere una vecchia corte lombarda: la seconda vita della Cascina Nazè
Alberto e Valeria hanno deciso di dire addio a Milano per coltivare un sogno che maturavano da anni e oggi sono tornati a coltivare la terra: "Quando siamo arrivati qui il giardino era pieno di rovi, oggi coltiviamo l'orto"
Lasciare le cucine dei ristoranti stellati e un lavoro da impiegata per far rivivere una cascina lombarda, abbandonata da vent’anni. Alberto e Valeria hanno deciso di dire addio a Milano per coltivare un sogno che maturavano da anni: aprire un’ azienda agricola. Un’avventura iniziata circa un anno e mezzo fa, quando grazie ad internet trovano un cascinale del Novecento in vendita.
Una struttura lunga e dritta, stretta tra un carrozziere e alcune abitazioni, sulla strada che si lascia alle spalle Laveno Mombello per arrivare a Sangiano. A dirla tutta, questa avventura doveva iniziare in Bolivia, ma le cose sono andate diversamente: «Continuava ad uscirmi l’annuncio di vendita di questo cascinale, alle fine ho pensato che era il posto giusto. Ed eccoci qui».
Valeria Nardone ha 42 anni, è di origine sarda e per anni ha lavorato come impiegata: «Tornare a coltivare la terra era il sogno del mio compagno. Alberto è originario della Bolivia e lì i suoi genitori hanno una grande fattoria. L’idea iniziare era proprio quella di tornare nel suo Paese. Poi le cose sono cambiate e ci siamo fermati qui». Il loro incontro è avvenuto a Londra. Insieme hanno scelto poi di tornare in Italia e di vivere a Milano. Alberto Eguez, 38 anni, ha continuato la carriera di chef nei ristoranti stellati accanto a nomi della cucina che fanno invidia ma che oggi ha deciso di abbandonare. «Le origini alla fine chiamano. Qui posso coniugare la mia professione di cuoco con quella di agricoltore», racconta. «La soddisfazione di vedere crescere un ortaggio e poi vederlo sulla tua tavola è unica. Il sapore non ha paragoni».
All’ingresso della loro casa c’è un cartello che indica la Cascina Nazè, dal nome della frazione mombellese che li ha accolti. «Oggi i vicini di casa sono i nostri primi sostenitori e siamo contenti di vedere le persone che iniziano a frequentare questo posto, vengono qui a comprare la verdura e le uova delle nostre galline».
Un posto, infatti, che vuole essere anche punto di incontro tanto che Valeria e Alberto organizzano eventi aperti al pubblico (l’8 e il 9 luglio c’è la giornata Porte Aperte in Cascina con la musica di Matteo Fininzio) e occasioni per scoprire i loro prodotti. Ma c’è di più. Questa cascina lombarda, così tradizionale anche nella struttura, oggi è meta per viandanti da tutto il mondo. Ragazzi e ragazze che cercano ospitalità in cambio di lavoro.
Come Alex e la compagna Vital di Israele, da due settimane impegnati nelle attività della cascina. «Un’esperienza bellissima, un modo per conoscere l’Italia da un’altra prospettiva, posti e persone. Qui ci troviamo benissimo», raccontano. Oppure come Sandra che da Milano ha cercato un’oasi di pace: «Ho trovato una famiglia. La mia esperienza è quasi al termine, ma tornerò questa estate». Sveglia presto, mani nella terra, pranzi frugali con i prodotti di stagione e un sogno ancora tutto da realizzare. «Quando siamo arrivati questo giardino era ricoperto di rovi. Abbiamo iniziato con tre galline e oggi abbiamo un pollaio, le persone iniziano a conoscerci. Insomma, abbiamo ancora tanto da fare ma siamo felici», conclude davanti al tavolo lavorato in mosaico che hanno appena realizzato.
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