A Clivio una serata per scoprire miniere e siti sotterranei della provincia di Varese
Il Gruppo speleologico prealpino per giovedì 15 giugno alle ore 21,00 presso il “Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Clivio” la conferenza dal tema “Le misteriose profondità del varesotto”

E’ stata organizzata per giovedì 15 giugno alle ore 21,00 presso il “Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Clivio” la conferenza dal tema “Le misteriose profondità del varesotto”, iniziativa curata dal Gruppo Speleologico Prealpino che vedrà come relatore il Prof. Massimiliano Naressi, geologo varesino autore di varie pubblicazioni tra le quali l’interessante volume il cui titolo ha dato spunto alla conferenza. Naressi è un vero esperto in materia di miniere e conoscitore degli antichi siti sotterranei disseminati in varie zone dell’alto varesotto, realtà spesso avvolta da leggende, mistero, dicerie e poche informazioni precise. Il nostro territorio nei secoli passati si guadagnò l’appellativo di “paradiso dei geologi” per la varietà delle rocce che vi si trovano.
Fin dall’antichità nelle viscere dei suoi monti gli uomini sono andati alla ricerca di metalli preziosi e altre materie prime. Ricerche, scavi e scoperte si sono susseguite tra le valli del “paese dei sette laghi”, riempiendo col rumore dei lavori di estrazione luoghi oggi silenti. Una serata per conoscere a fondo l’evoluzione delle tecniche di scavo in miniera, da quando si procedeva manualmente con attrezzi rudimentali sino alla scoperta della polvere pirica, quando finalmente l’uomo fu in grado di frantumare la roccia avvalendosi di esplosivo. Il più importante sfruttamento minerario del varesotto fu costituito dalla miniera Valvassera o Vassera, ubicata in Valganna. La tradizione locale fa risalire tale sito all’epoca romana, basandosi essenzialmente su avanzi di lavori minerari ritenuti di quei tempi, lavori eseguiti senza l’utilizzo di polvere nera. Lo sfruttamento proseguì nel corso dei secoli in varie fasi, con intensificazioni delle attività nel medioevo e nell’ottocento, poi negli anni ‘60 venne definitivamente interrotto, tenendo comunque presente che negli ultimi tempi la miniera fruttava circa 9 tonnellate di galena argentifera al mese. Territorio ricco di vene mineralizzate dalle quali poter ricavare prodotti della natura utili al fabbisogno dell’uomo, opportunità sfruttate per decenni dando lavoro a moltissima gente. Le aree dove maggiormente vennero realizzati scavi sotterranei sono localizzate prevalentemente nelle rocce di origine vulcanica come i granofiri, presenti soprattutto in Valganna e nell’area a nord della Valceresio. Altri importanti siti di estrazione presenti nel varesotto sono rappresentati dal distretto minerario dell’Argentera di Viconago, in Valmarchirolo, dalla Miniera Teresina di Brusimpiano, dai lavori minerari sul Monte Grumello, dalla miniera di Cavagnano lungo il fiume Cavallizza, poi da alcune miniere minori e ricerche minerarie tra la Valdumentina e la Val Veddasca.
Anche nelle zone di Marzio vennero intrapresi scavi per inseguire e sfruttare vene mineralizzate, e lassù venne addirittura scoperto un giacimento di uranio, minerale radioattivo dalle molteplici applicazioni che però venne estratto per un periodo limitato e in quantità modesta. Dalle profondità del varesotto sono stati estratti vari minerali, tra cui principalmente galena argentifera, piombo, calcopirite, molibdenite, calcite, baritina, fluorite, quarzo, siderite, magnetite e ortoclasio. Ancora in Valceresio sono presenti miniere e scavi di “assaggio”, soprattutto nel territorio di Besano dove, dalla roccia calcarea del monte Orsa, si estraevano Barite, fluorite e ittiolo.
Oltre alle miniere e ai siti di estrazione di minerale si parlerà anche di quei luoghi che, pur essendo stati scavati dall’uomo nel sottosuolo, conservano ancora numerosi interrogativi riguardanti la loro origine; stiamo parlando del sistema sotterraneo meglio conosciuto col nome di “Antro delle Gallerie”, scoperto casualmente oltre un secolo fa e che da allora non smette di attirare le attenzioni da parte di studiosi e di appassionati, e difatti sono stati versati fiumi di inchiostro per raccontare, descrivere, illustrare e cercare di far luce e fornire spiegazioni plausibili riguardo all’epoca esatta in cui venne realizzato questo manufatto, un complesso ipogeo lungo vari chilometri, con varie gallerie perennemente sommerse dalle acque. Poco o niente si sa riguardo a quale antica popolazione fu interessata agli scavi e soprattutto le motivazioni reali, poiché ad oggi sono molte le teorie ma poche le certezze sulla sua misteriosa e affascinante storia. Altri siti degni di nota che verranno menzionati nel corso della serata sono le cave ipogee di Viggiù, dalle quali si estraeva la famosa pietra omonima e poi ancora le cave della “pietra molera”, ubicate lungo la valle del Lanza nella zona di Malnate, dalle quali si ricavava materia prima per la realizzazione di mole abrasive.
L’incontro organizzato a Clivio descriverà quindi quanti e quali sono i luoghi dove l’uomo ha scavato nel sottosuolo, mostrando al pubblico illustrazioni, mappe, descrizioni, fotografie e filmati che narrano vicende legate a queste realtà. Una storia da conoscere, un patrimonio da custodire, e la conferenza di giovedì 15 intende dare il suo contributo in tal senso.
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