“Ecco il codice per il pagamento”, e a Varese la truffa è servita

Il processo in corso vede imputato un uomo di 38 anni accusato di aver gabbato un ingenuo venditore di cerchi per auto che aveva postato l’inserzione su di un portale di annunci

Tribunale Varese

Maggio 2020, parte l’idea di fare due soldi con alcuni speciali cerchi in metallo per un modello d’auto: come fare? Semplice: un annuncio in rete servendosi di uno dei tanti portali – uno dei più conosciuti e diffusi – di annunci. Bacheca virtuale dove, nei limiti imposti dalla legge per quello che tecnicamente viene definito come “oggetto“ della compravendita, si può scambiare di tutto e con chiunque. Il grande mercato delle pulci senza confini dove il vecchio usato e in buono stato vale sempre dei soldi. In questo caso una bella cifra che il varesino d’adozione (di origini piemontesi ora sta a Luvinate), trent’anni, ha deciso di mettere in vetrina.

Lo contatta, infatti, dopo pochissimo, un compratore interessato. «Voce estremamente gentile. Persona matura, oltre la cinquantina. Si è dichiarato poco pratico di queste cose, specialmente sotto il profilo dei pagamenti. Però abbiamo cominciato a parlare dell’amato modello d’auto, dei particolari che a entrambi piacevano. Una bella conversazione, insomma», ha spiegato durante l’udienza che segue alla denuncia per truffa la persona offesa dinanzi al giudice monocratico di Varese nel rispondere alla domande del pubblico ministero. Insomma l’affare sembra fatto, per il prezzo di poco sotto ai 1.000 euro.

«Guarda, non ci capisco un granché di queste cose, ti spiace se per il pagamento riesci ad accordarti con mio figlio che è più pratico di me?», dice il compratore prima di salutare al telefono. I due si accordano dunque per il pagamento dei cerchioni affinché sia il figlio del compratore a chiamare al telefono il venditore ad una data e ad un’ora prestabilite. E al bancomat, ad uno sportello bancario automatico in grado di fare svariate operazioni di pagamento. Ed è qui che si consuma secondo l’accusa nata dalla denuncia del venditore, la vera e propria truffa. In collegamento al telefono il giovane possessore di cerchi riceve istruzioni dal compratore per ottenere il pagamento: «Premi quel pulsante, fai questo fai quello».

Alla fine si arriva al momento dell’introduzione di un numero. Un codice di tre cifre: 998. Ma invece di rappresentare l’ultimo passaggio dell’operazione, quel “998“ è l’importo in euro che prende la direzione sbagliata, cioè passa dal conto del venditore a quello del compratore, e non viceversa. Il giovane si accorge dei soldi che hanno preso il volo una volta rientrato nella sua auto e letto con attenzione il talloncino in carta emesso dal bancomat, che testimoniava i soldi in uscita su di una carta prepagata (per fortuna intestata ad un soggetto a cui le forze dell’ordine sono riuscite a risalire, vale a dire l’imputato).

«Al momento di chiarire coi compratori, però, nessuno mi rispondeva più al telefono. Prima erano così gentili e affabili che non mi hanno fatto sospettare assolutamente che dietro quei modi si celasse un inganno», ha raccontato la parte offesa al giudice. «E da qui ho deciso di andare a denunciare». Come andrà a finire? Se ne riparlerà nel 2024, a febbraio, quando, dopo le conclusioni delle parti, potrebbe arrivare la sentenza.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Giugno 2023
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