A Varese come a Venezia con l’acqua alta: l’incubo allagamento di tre famiglie in via Bixio
Da 15 anni tre famiglie che hanno le proprie abitazioni in via Nino Bixio lottano contro l'allagamento periodico di un tratto di strada che ad ogni acquazzone si trasforma in una piscina, proprio davanti alle loro porte d'ingresso
Paratie alle porte, stracci e secchi sempre pronti e ad ogni allerta meteo l’incubo di nuovi allagamenti. E’ la situazione che vivono da diversi anni tre famiglie che hanno le proprie abitazioni in via Nino Bixio, quasi nel centro di Varese, in un tratto di strada che ad ogni acquazzone si trasforma in una piscina, proprio davanti alle loro porte d’ingresso.
«Una storia assurda, iniziata almeno 15 anni fa e di cui non riusciamo a venire a capo perché nonostante tutte le nostre segnalazioni, i video e le foto inviate, le richieste di aiuto e anche i sopralluoghi tecnici fatti nessuno in Comune ci ha dato finora una risposta concreta» spiega Alessia Manzoni anche a nome delle altre due famiglie interessate da questo problema.
L’elenco degli allagamenti subiti – sempre nei mesi estivi – è lunghissimo: due nel luglio 2008, uno nel 2009 e nel 2013, addirittura quattro tra luglio e agosto del 2014, due nel 2015 e altrettanti nel 2017. E ancora tre nel giro di due settimane nel 2021. «Poi abbiamo smesso di denunciarli – dice Alessia – siamo stanchi e demotivati, ma anche tanto arrabbiati. Il problema è che gli eventi atmosferici estremi che abbiamo visto anche quest’estate non faranno che aggravare ulteriormente la nostra situazione».
La situazione delle tre famiglie è cambiata quando, nel 2008 appunto, è stata realizzata una nuova palazzina poco distante dalle loro abitazioni. Da allora è cambiato l’orientamento del deflusso dell’acqua piovana, che ora finisce proprio nella loro stradina, creando questi allagamenti periodici.
Ed è proprio su questa palazzina che punta il dito Andrea Civati, l’assessore alla Rigenerazione urbana, alla mobilità e alle infrastrutture del Comune di Varese, ambito in cui rientrano i temi urbanistici. «Siamo a conoscenza di questa situazione e il Comune è più volte intervenuto per garantire la pulizia degli scoli delle acque di Villa Agusta, che sta proprio sopra. Questo è quello che possiamo fare. Credo che però la questione rientri nell’ambito di un contenzioso tra vicini di casa, e che le famiglie danneggiate debbano utilizzare gli strumenti del diritto civile per venire a capo del problema. E’ vero che le autorizzazioni a costruire sono rilasciate dal Comune, ma “fatti salvi i diritti di terzi”».
Una posizione che per le tre famiglie esasperate dai continui allagamenti è inaccettabile: «Civati e quindi l’Amministrazione comunale spingono due privati cittadini (noi e i residenti della palazzina di via Gradisca) a mettersi gli uni contro gli altri per non assumersi la responsabilità del fatto che tutta l’acqua che defluisce nella vietta antistante casa nostra dovrebbe essere incanalata altrove. Non dovrebbe neanche entrare qui, indipendentemente dal fatto che le pendenze siano state cambiate con l’ edificazione della palazzina. E comunque l’approvazione e l’autorizzazione ad edificare senza calcolare in maniera adeguata gli scoli è pur sempre responsabilità del Comune che ha autorizzato. Il Comune che spinge due privati a farsi la guerra per non assumersi la responsabilità e questo è deplorevole!».
La soluzione potrebbe essere quella già prospettata in passato, ma poi accantonata: « Che facciano i pozzi perdenti al parco come già era stato proposto, che pensino ad una soluzione definitiva ad un problema presente dal 2008 anziché spingere i propri cittadini a farsi la guerra tra loro», conclude Alessia Manzoni che, pur arrabbiata, non perde il senso dell’umorismo: «Visto che con le denunce e le richieste formali non si ottiene niente la prossima volta che si forma la piscina davanti alla porta gonfiamo il canotto e manderemo il video a tutti i giornali».
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