Il 6 ottobre Fridays For Future Varese torna in piazza
Lo fa insieme a L'agorà, Legambiente e la Rete degli Studenti Medi. Prima della manifestazione climatica in programma due eventi: il 16 settembre un flashmob al Masso Sacro e giovedì 21 uno speed d(eb)ating sui diritti ambientali. Le info

L’Italia è a un nuovo capitolo della storia climatica: ondate di calore, alberi sradicati dal vento, chicchi di grandine come palle da tennis e alluvioni. «È il capitolo della devastazione, che rende l’azione collettiva indispensabile» si legge sul sito ufficiale di Fridays For Future Italia, il movimento che venerdì 6 ottobre tornerà nelle principali piazze d’Italia per la Giornata nazionale di Sciopero per il clima.
Anche a Varese, i giovani del FFF non faranno mancare la loro presenza. Anzi, in attesa di questo evento hanno deciso di promuoverne altri due, più piccolini, in collaborazione con L’agorà, Legambiente e la Rete degli Studenti Medi. Il primo appuntamento è per sabato 16 settembre con un flashmob dalle 7.45 alle 8.10 al Masso Sacro (via XXV Aprile). Il secondo, invece, è in programma giovedì 21 settembre al Tumiturbi di Varese e vedrà il ritorno dell’attesissimo speed d(eb)ating sui diritti ambientali.
Questa volta, la protesta si concentrerà in modo più deciso contro gli investimenti nei combustibili fossili e l’atteggiamento attuale del governo in materia ambientale. «Un governo che, all’indomani della catastrofe, nega ogni correlazione tra fenomeni estremi e crisi climatica è un governo negazionista. E per questo inadeguato a indicare risposte per prevenire i peggiori scenari prospettati dalla scienza climatica» dice Giacomo Zattini, portavoce del FFF Italia.
«La prima causa dell’aumento delle temperature, e di conseguenza dei fenomeni climatici estremi, sono i combustibili fossili, su cui l’Italia continua a investire ampiamente. Il nostro paese ha una responsabilità importante nelle politiche di mitigazione mondiali, date le sue emissioni storiche. L’Italia dovrà superare gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea, riducendo le sue emissioni di gas climalteranti dell’80% entro il 2030 e decarbonizzando totalmente il settore elettrico entro il 2035. Fare questo – spiegano ancora dal FFF Italia – secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia significa abbandonare immediatamente ogni nuovo investimento in carbone, petrolio e gas»
«Una linea in controtendenza rispetto al piano Mattei – aggiungono in ultimo -, con il quale il governo vincola il paese al fossile e lo condanna a eventi estremi sempre più frequenti e intensi. La protesta contro gli investimenti fossili è un atto di resistenza. Non resteremo a guardare mentre il mondo viene condannato a morire. Possiamo vivere senza combustibili fossili, ma non sopravviveremmo un giorno senza le risorse del pianeta. Non possiamo bere il petrolio» conclude Alessandro Marconi, attivista di Roma.
Per maggiori informazioni sugli eventi di Varese: FFF Varese
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