Arriva il risarcimento per la Pasticceria Gnocchi, accordo con il Comune
La lunga causa risale al lockdown 2020. In primo grado la pasticceria non aveva visto riconosciute le sue ragioni, ma in appello a Milano si è arrivati al risarcimento. "Lo daremo in beneficienza"

Il Comune di Gallarate pagherà 658,38 euro come “proposta transattiva” per i danni causati alla pasticceria Gnocchi, che era stata chiusa dalla Polizia Locale nel mezzo del primo lockdown 2020.
Il risarcimento arriva «dopo oltre tre anni dai fatti», sottolinea l’avvocato Riccardo Garavaglia, legale dell’esercizio commerciale di via Varese, «a seguito dell’accettazione da parte della pasticceria della proposta transattiva “circostanziata” formulata nel corso del giudizio dal Comune di Gallarate».
«Cifra senza dubbio “simbolica” ma corrispondente all’esatto importo da sempre reclamato dalla Pasticceria Gnocchi quale danno patrimoniale patito per l’ingiusta chiusura subita il giorno 7 aprile 2020 a seguito dell’ordinanza sanzionatoria emessa dal Comune che poi, come noto, il Prefetto di Varese annullò in data 30 aprile 2020».
Il caso specifico della pasticceria Gnocchi si era aperto appunto nell’aprile del 2020, in pieno lockdown, quando la Polizia Locale aveva contestato alla storica attività di Gallarate l’apertura abusiva, multando l’esercizio e sospendendo l’attività per un giorno (il lunedì successivo, all’inizio della settimana di Pasqua). I titolari avevano però fornito fin da subito alla Polizia Locale i codici Ateco, che mostravano che la pasticceria poteva rimanere aperta in quanto laboratorio artigianale alimentare senza somministrazione (esattamente come un qualsiasi panettiere e a differenza di una pasticceria-bar, che in quella fase di lockdown doveva chiudere).
Sulla base di quella documentazione, la Prefettura a maggio 2020 aveva poi annullato la sanzione e a questo punto i titolari della pasticceria avevano avanzato una prima richiesta di risarcimento danni, senza andare in causa (una fase che si chiama “negoziazione assistita”): una proposta di risarcimento “preventiva” e simbolica, come cifra, che era stata respinta dal Comune, poi era seguito un secondo tentativo di accordo, andato a vuoto nel 2021. Si era quindi arrivati al giudizio in sede civile, dove la richiesta della Pasticceria Gnocchi era stata respinta.
I titolari e l’avvocato Garavaglia però non hanno mollato la presa, convinti fino in fondo di poter dimostrare che quella chiusura era stata illegittima e aveva causato un danno, soprattutto d’immagine. E alla fine al tribunale di Milano si è arrivati alla sentenza di appello, dopo la decisione in camera di consiglio lo scorso 27 settembre: la sentenza prevede il risarcimento da parte del Comune («lo devolveremo in beneficienza», dicono dalla pasticceria), e dichiara “cessata la materia del contendere“.
«Questa causa per noi aveva un valore meramente simbolico, non abbiamo mai tenuto alcun comportamento contrario alle norme e chiedevamo venisse riconosciuto l’errore commesso» dice Renato Gnocchi, ultimo dei soci fondatori della pasticceria nel 1959, che oggi lavora con il figlio Massimo. «Sarebbe bastata una lettera di scuse dal Comune per chiudere la vicenda, come avevamo esplicitamente proposto, dopo che la Prefettura aveva annullato il verbale e la sanzione». Invece si è dovuti arrivare a due gradi di giudizio, anche se poi l’esito è stato in qualche modo lo stesso.
Le spese legali della vertenza sono state compensate.
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