Cambiamenti climatici e scioglimento dei ghiacciai: la sfida futura per i nostri territori

Le attività umane stanno contribuendo all'aumento delle temperature globali e alla scomparsa accelerata dei ghiacciai. E le conseguenze di questo scioglimento presto si vedranno in modo ancora più impattante anche nella provincia di Varese

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(Ghiacciaio Fellaria – foto del 1930 vs foto del 2017)

Il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai rappresenta uno dei segni più evidenti e preoccupanti dei cambiamenti climatici in atto. Le attività umane, in particolare l’emissione di gas serra e inquinanti nell’atmosfera, stanno contribuendo all’aumento delle temperature globali e alla scomparsa accelerata dei ghiacciai. E le conseguenze di questo scioglimento si vedono e presto si vedranno in modo ancora più impattante anche nella provincia di Varese. Ne abbiamo parlato con Giovanni Prandi del Servizio Glaciologico Lombardo, che lo scorso 22 settembre ha tenuto una conferenza a Germignaga in tema.

La situazione dei ghiacciai in Lombardia

In Lombardia l’osservazione e il monitoraggio dei ghiacciai sono diventati via via sempre più essenziali. Gli esperti seguono da vicino la situazione di quasi tutti i ghiacciai della regione e in modo particolare dei tre principali: Adamello, Forni e Fellaria, che attualmente stanno vivendo situazioni molto critiche. «Il loro ritiro è evidente, con perdite di spessore e massa glaciale impressionanti. Si prevede che entro la fine del secolo, se non si cambierà radicalmente la situazione climatica e si manterrà l’impegno degli accordi di Parigi di limitare l’aumento delle temperature a 1,5-2 gradi – ha spiegato Prandi – questi ghiacciai potrebbero scomparire completamente. Dal 1991 a oggi, ben 124 ghiacciai sono scomparsi, e dal 1992 si è registrato una diminuzione del 39% della superficie glaciale complessiva».

Attualmente l’Adamello, il più grande ghiacciaio delle Alpi italiane, in Val Camonica, si ritrova con la vetta completamente scoperta, senza ghiaccio; il ghiacciaio dei Forni (nella foto sotto), il secondo per estensione, è invece arretrato di quasi 3 chilometri negli ultimi anni, lasciando spazio al verde. Le stagioni invernali sono secche, la neve non si deposita più. «Gli ultimi tre decenni – ha affermato l’esperto – sono stati più inquinanti dei 200 anni precedenti. Il verdetto stabilisce che di questo passo i ghiacciai non avranno vita lunga». Quello dell’Adamello, secondo gli scienziati, potrebbe addirittura scomparire intorno al 2065.

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(Ghiaccio Forni – foto del 1860 vs foto del 2011)

Il ruolo cruciale dei ghiacciai in relazione al nostro territorio

Uno degli aspetti cruciali legati allo scioglimento dei ghiacci è la questione dell’acqua. I ghiacciai svolgono un ruolo fondamentale come serbatoi d’acqua, rilasciando gradualmente risorse idriche quando le precipitazioni scarseggiano, in particolare durante i periodi estivi secchi. «Questa riserva d’acqua – ha aggiunto Prandi – è essenziale per le pianure circostanti e per alimentare le centrali idroelettriche che producono energia. Pertanto, la scomparsa dei ghiacciai rappresenta una minaccia diretta per la disponibilità d’acqua, con conseguenze su larga scala».

Cambiamenti climatici, le conseguenze ambientali e geologiche

Le conseguenze di questa scomparsa sono gravi e molteplici. La perdita delle masse glaciali influisce sulla stabilità delle pareti rocciose, aumentando il rischio di crolli che possono avere gravi ripercussioni ambientali. Inoltre, il riscaldamento del permafrost, il terreno ghiacciato in alta quota, può indebolire le pareti rocciose interne. «Questo fenomeno ha portato a situazioni pericolose in alcune zone montane, con crolli di pareti rocciose che modificano la morfologia dell’ambiente» ha sottolineato l’esperto.

L’esempio della frana in val Formazza

A titolo di esempio, possiamo citare il recente evento che ha scosso l’alta Val Formazza, proprio sotto il rifugio Città di Busto, dove si è verificata una frana.

Frana in alta Val Formazza sotto il rifugio Città di Busto

La speranza in un cambiamento collettivo

«Per affrontare queste sfide – ha concluso Giovanni Prandi del Servizio Glaciologico Lombardo – è dunque necessario ridurre drasticamente l’uso dei combustibili fossili, principali responsabili dei cambiamenti climatici, a favore di energie rinnovabile». L’augurio è che i cittadini si impegnino attivamente in questa direzione. È fondamentale comprendere che il cambiamento è possibile, ma richiede sforzi collettivi e un cambiamento di mentalità. Ridurre gli sprechi, riutilizzare, e adottare stili di vita meno impattanti sull’ambiente sono passi concreti verso un futuro più sostenibile. La sfida dello scioglimento dei ghiacci è una questione che ci riguarda tutti. È una richiesta d’aiuto della natura, una campana d’allarme che non possiamo ignorare. Affrontare questa sfida richiederà impegno, ma rappresenta anche un’opportunità per vivere in armonia con il nostro pianeta e preservare il futuro per le generazioni a venire.

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Pubblicato il 03 Ottobre 2023
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