Le “tag“ a Porto Ceresio sui vagoni Trenord, arriva la Polfer: in tre a processo
Il reato è di “imbrattamento“ e i giovani se condannati dovranno pagare dal momento che l’azienda si è costituta parte civile

La corsa quando arriva la pattuglia della Polfer che prima riesce a fermare uno dei ragazzi, poi raggiunge anche gli altri due alla stazione di Porto Ceresio dove i convogli sono in deposito. Convogli che risultano però con scritte realizzate con le bombolette spray come fossero dei murales, con tanto di “tag“. Siamo nel 2021.
I ragazzi sono poco più che maggiorenni e scatta la denuncia per il reato di imbrattamento, denuncia corroborata da immagini delle telecamere di video sorveglianza cui si aggiungono gli accertamenti tecnici degli investigatori coordinati dalla Procura, vale a dire le immagini sui supporti informatici.
Oltre alle ripercussioni nel penale che prevedono profili sanzionatori non particolarmente severi (anche se negli ultimi anni gli inquirenti hanno avuto un atteggiamento particolarmente duro nei riguardi di queste fattispecie), esiste anche il punto civilistico, vale a dire la richiesta dell’azienda – Trenord – per avere un risarcimento dei danni che ammonterebbero a 3 mila euro. Questa mattina si è tenuta per quei fatti l’udienza dinanzi al giudice monocratico di Varese.
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