Povertà educativa, dispersione e abbandono: perché la scuola ha ancora bisogno di Don Milani
Si è aperta con l'intervento di Rosy Bindi la due giorni di convegno "Educare all'impegno sociale" organizzato dalla Acli per ricordare i 100 anni dalla nascita di Don Milani. Le difficoltà odierne della scuola affrontate alla luce del modello di Barbiana
È l’impegno, ieri come oggi, che fa la differenza in ogni cammino. Nel convegno che ricorda i “100 anni dalla nascita di Don Lorenzo Milani”, l’insegnamento del maestro della scuola di Barbiana è più attuale che mai.
Come ha ricordato nel suo intervento la professoressa Stefania Barile dell’Università dell’Insubria, coordinatrice per le Acli delle commemorazioni per il centenario della nascita di Don Lorenzo Milani, «solo la fatica quotidiana per la conoscenza porta al cambiamento». Lui lo ripeteva quotidianamente ai suoi ragazzi, presi dalle famiglie umili e accompagnati verso un futuro diverso.
LA SCUOLA DI DON MILANI ERA AUSTERA
Nel racconto della Scuola di Barbiana, la professoressa Chiara Giaccardi ha posto l’accento sulla fatica che il maestro chiedeva ai suoi alunni, che dovevano impegnarsi più dei loro coetanei che lavoravano nei campi: « Don Milani era austero e pretendeva impegno senza intervalli. Ma i suoi ragazzi lo seguivano perchè ne riconoscevano l’autorevolezza, lo vedevano in mezzo a loro, a lavorare duro per costruire un’alternativa».
UNA SOCIETA’ CHE NON PENSA E’ DESTINATA A SOCCOMBERE
Oggi più che mai, quell’impegno, la dedizione, la voglia di cambiamento devono tornare a infiammare i giovani. Temi come dispersione scolastica, abbandono, povertà culturale, ritiro sociale sono affrontati con grande preoccupazione perchè una società che non pensa e non crea valore è destinata a soccombere.
Lo ha sottolineato Rosy Bindi, presidente del Comitato scientifico per le celebrazioni del Centenario, in collegamento video: « In questo delicato momento i nostri valori appaiono capovolti: la scuola pubblica deve ritrovare la sua missione e abbattere le troppe disuguaglianze. Il tasso di abbandono che si registra nel paese è preoccupante e la povertà culturale favorisce un impoverimento sociale, il decadimento dei nostri valori. L’unica risposta possibile è nella scuola, la comunità educante che deve costruire il pensiero critico così da ristabilire le priorità della nostra società».
LA TECNOLOGIA NON SIA UNA COMODITA’
Cultura, conoscenza e fatica sono stati i valori di cui ha parlato anche il sindaco di Varese Davide Galimberti nel suo saluto iniziale: « È un tema di cui discuto molto con i miei figli adolescenti. Il progresso tecnologico e le innovazioni, che ci agevolano nelle nostre azioni, non devono sottrarci ai nostri impegni e alla fatica di conoscere. Sfatiamo il mito che si stia andando verso un mondo in cui non ci sarà più la fatica».
La rivoluzione è figlia del pensiero, il cambiamento è alimentato dalla conoscenza dell’alternativa, ha ricordato il dottor Di Toro in rappresentanza della Provincia di Varese
IMPOVERIMENTO CULTURALE E ABBANDONO SCOLASTICO
L’impoverimento culturale e l’abbandono scolastico sono oggi temi di grave attualità: « Don Milani ricordava la figura di Gesù che insegnava ai suoi discepoli in modo che questi fossero in grado di seguirlo. Un cammino a tappe, per gradi con perseveranza per raggiungere il fine – ha spiegato la professoressa Stefania Barile – Gesù era credibile perchè era uno di loro, al loro stesso livello e condivideva l’impegno costante per migliorarsi. Oggi la scuola è impegnata ma da sola non può farcela. Ha bisogno di un territorio che la sostenga e ne condivida gli obiettivi. Partiamo proprio da questi due giorni di dibattito per creare occasioni e situazioni di lavoro congiunto al fianco dei nostri giovani. Un ragazzo che abbandona la scuola rischia ben presto l’emarginazione, l’esclusione dal mondo del lavoro e dalla vita collettiva, diventando lui stesso un peso e un limite per la società. Si deve apprendere per conoscere ma anche apprendere per essere».
LA DISPERSIONE E’ CAUSA DI MANCATA CRESCITA E DEFICIT DEMOCRATICO
La disamina dello stato attuale della nostra scuola è affrontata dal professor Ernesto Preziosi dell’Istituto Toniolo di Milano: « La dispersione è causa e, insieme, conseguenza di mancata crescita e, al contempo, di deficit democratico nei meccanismi di mobilità sociale del nostro Paese ed è l’indicatore di una deficienza del nostro sistema di equità».
Si parla di dispersione esplicita che riguarda giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno solo la certificazione di terza media e sono circa il 12/13%. Poi c’è la dispersione implicita che sono i ragazzi che, pur avendo un titolo, non hanno raggiunto i livelli minimi di competenze ( certificazioni Invalsi).
Poi si può parlare di dispersione come esito, quelli appena analizzati, e dispersione come processo che riguarda le assenze prolungate, i cambi di scuola, la non promozione.
Difficoltà che il professor Preziosi ha riportato a 4 dimensioni di privazione educativa:
- Apprendere per comprendere
- Apprendere per essere
- Apprendere per vivere insieme cioè relazionarsi
- Apprendere per condurre una vita autonoma
« La povertà educativa – ha ricordato il professor Preziosi – è particolarmente insidiosa quando colpisce i bambini nei primi anni di vita, nel periodo più vulnerabile della loro esistenza, determinando uno svantaggio che difficilmente si riuscirà a colmare in seguito. Uno svantaggio di partenza che rischia di trasmettersi di generazione in generazione, innescando un vero e proprio circolo vizioso della povertà».
IL MODELLO DI DON MILANI FAVORISCE LA CRESCITA PERSONALE
La risposta al problema posto sta ancora nell’insegnamento di Don Milani, nella costruzione di un modello di scuola che nasce dalla domanda di crescita umana, come ha ricordato nel suo intervento il prof Ivo Lizzola dell’Università degli Studi di Bergamo. La scuola vive di riflesso il segno del suo tempo: se saranno figli amati e apprezzati diventeranno cittadini consapevoli del proprio paese e del mondo.
Le difficoltà che oggi vive il sistema dell’istruzione sono poi risuonate nell’intervento del professor Fabio Minazzi dell’Università dell’Insubria, alle prese con studenti che evidenziano marcate lacune nelle competenze di base. Il professor Minazzi ha ricordato i punti di forza della Scuola di Barbiana, spunti che oggi potrebbero essere più fecondi per costruire un modello destinato a dare frutti.
DIRETTA STREAMING
Il convegno proseguirà fino a domani venerdì 3 novembre affrontando le potenzialità dell’insegnamento di Don Milani alla luce delle sfide attuali, mentre centrale sarà la testimonianza diAgostino Burberi, ex allievo di Don Lorenzo e Presidente della Fondazione Don Milani che parlerà alle 16 di oggi, giovedì 2 novembre.
È possibile seguire la diretta streaming sui canali social di Varesenews ( FB e YouTube)
Questa sera, alle ore 21 in Sala Montanari in via dei Bersaglieri a Varese ci sarà la proiezione del documentario-film “Barbina ’65. La lezione di Don Milani”, e la presentazione del libro “Don Milani” di Marco Lancisi che sarà intervistato dal direttore di Varesenews Marco Giovannelli.
Da Barbiana al Metaverso: a Varese l’attualità di don Lorenzo Milani
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