La storia della Cittiglio-Vararo in un albo d’oro di piastrelle colorate
Sul muro del "bar Alpino" la raccolta dei nomi che hanno fatto grande la corsa podistica nei suoi primi 50 anni. «Un ringraziamento dedicato a tutti i partecipanti»

Cinquanta edizioni per una manifestazione sportiva sono un traguardo di estremo rilievo. Lo sanno bene i soci del’Atletica Verbano, la società che oggi si occupa di organizzare la Cittiglio-Vararo “Trofeo Traversi”, longeva corsa podistica in salita che per l’appunto ha ormai alle spalle mezzo secolo di vita.
Per celebrare la ricorrenza, il club del presidente Andrea Binda ha scelto un modo simpatico e originale: domenica scorsa ha inaugurato un “albo d’oro” realizzato con piastrelle in ceramica posizionate sul muro del vecchio “Bar Alpino” di Vararo. Su ogni formella (provengono da una ceramica di Cunardo) sono riportati l’anno di ogni edizione e i vincitori della gara al maschile e – dal 1990 – al femminile oltre che i riferimenti dei record della gara.
Si va quindi da Bruno Maddalena, trionfatore della prima edizione nel 1974, all’accoppiata formata da Ilaria Bianchi e Michele Belluschi che hanno conquistato la Cittiglio-Vararo di quest’anno confermandosi tra i grandi protagonisti della stagione podistica provinciale.
«Le piastrelle e questo piccolo monumento sono un modo per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla Cittiglio-Vararo in questi cinquant’anni – racconta il presidente della Atletica Verbano – La dedica è anche a chi ha vinto la corsa, al Comune di Cittiglio e alla comunità di Vararo che ospita l’arrivo».

Alla cerimonia di inaugurazione ha preso parte il sindaco, Rossella Magnani, affiancata anche da diversi vincitori delle prime edizioni: oltre a Bruno Maddalena c’erano tra gli altri Mario Peragine e Vito Minnini che si contesero svariate edizioni negli anni Ottanta.
Peragine è stato per anni il detentore del record di successi (6), superato in tempi recenti da Filippo Ba, per otto volte sul gradino più alto del podio tra il 2010 e il 2022. Nell’albo d’oro figurano altri nomi di spicco: basti pensare, tra le donne, alla russa naturalizzata italiana Olga Kamenskaia, fortissima sciatrice di fondo che visse a Cunardo (e che morì giovanissima per un tumore), oppure a Sara Dossena, bergamasca trapiantata a Gallarate e azzurra nella maratona a Europei e Mondiali.
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