“Lo specchio verde”. I libri e le montagne di Giovanna Zangrandi
Il nuovo libro di Annalina Molteni pubblicato da Monte Rosa Edizioni ricostruisce la vita di una donna carismatica, appartenuta alla Resistenza, nel ruolo di staffetta e guida sulle montagne del Cadore e dell’Ampezzano
La prolifica scrittrice, che risiede da tempo in Brezzo di Bedero, ha da poco pubblicato il libro “Lo specchio verde – I libri e le montagne di Giovanna Zangrandi -” (Edizioni Monte Rosa), una biografia della scrittrice Giovanna Zangrandi, pseudonimo di Anna Alma Bevilacqua. La presentazione ufficiale si è tenuta il 18 novembre scorso a Pieve di Cadore in provincia di Belluno nella sala della Magnifica Comunità del Cadore. (foto sopra)
È stata la conclusione di un lavoro intenso di ricerca, durato circa un anno, nel quale l’autrice ha esplorato il cammino della Zangrandi, per molto tempo lasciato ricoprire dalla coltre dell’oblio, pur essendo un personaggio carismatico, appartenuto alla Resistenza, nella quale svolse un ruolo attivo come staffetta e guida sulle montagne del Cadore e dell’Ampezzano, che conosceva grazie alla sua attività di alpinista e sciatrice.
Era inoltre esperta di esplosivi, sapeva redigere mappe topografiche, frutto della sua esperienza universitaria di chimico e assistente di geologia. Personaggio carismatico non solo per il suo passato di partigiano, ma soprattutto per la sua attività letteraria, non riassumibile esclusivamente attraverso i suoi libri – I Brusaz, I giorni veri, Anni con Attila, Il campo rosso – ma anche con una serie considerevole di scritti che hanno costellato la sua esistenza: raccolte di racconti, articoli per quotidiani e riviste, libri per ragazzi.
Ebbene Annalina Molteni si è impegnata in modo tormentoso a cercare di ricostruire il suo vissuto anche nella edificazione e nella gestione del “Rifugio Antelao” sulla sella di Pradonego nel Comune di Pieve di Cadore, portato avanti con enorme spirito di sacrificio e di dedizione in ossequio a un progetto formulato, durante la lotta partigiana, con il comandante Severino Rizzardi, ucciso poco tempo prima della conclusione della guerra. Venne ucciso ad Auronzo il 26 aprile del 1945: la guerra era praticamente finita e l’esercito tedesco in ritirata.
Le investigazioni e le scoperte dell’autrice conducono pure a qualcosa d’inatteso che collega la Zangrandi con il Lago Maggiore: la sua corrispondenza con Vittorio Sereni con il quale dialoga sulla scelta del titolo del suo libro – I giorni veri, inizialmente Quaderni – e non solo. Sereni fu un referente importante in Mondadori, sia sul piano letterario che umano, e testimonia l’importanza della ricerca e dell’accuratezza dell’indagine, impostata a ricreare le ambientazioni, ma soprattutto a fornire gli elementi per inquadrare correttamente personalità, aneliti e principi che hanno ispirato il suo complesso vissuto.
Altro legame con il nostro lago lo si trova in alcuni racconti di viaggi lungo la sponda piemontese, nella zona sopra Cannero, quando, avendo scelto di non tornare a insegnare, la Zangrandi s’inventò un lavoro alternativo come venditrice ambulante di biancheria per la casa e giocattoli per bambini. Senza dimenticare le sue pubblicazioni, in anni diversi, di suoi articoli su La Prealpina e sul Corriere del Ticino. Feltrinelli qualifica il lavoro della Molteni come: ”accurato e appassionato che approfondisce il contenuto delle opere di Zangrandi più conosciute e di quelle ormai irrintracciabili … cercando di superare la frammentazione … e a volte il travestimento letterario nel quale la scrittrice mischia verità e finzione, realtà e fantasia …”: queste brevi note stanno a testimoniare la serietà dell’opera e il fascino insito in questa che più che una biografia, appare come un romanzo coinvolgente. Coloro che si spengono trascinano insieme a loro la scomparsa di un universo di ricordi, scompare tutta una folla di esseri che ancora vivono in loro: Annalina Molteni non l’ha permesso, Giovanna Zangrandi è tornata in vita.
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Annalina Molteni
“Lo Specchio verde”
Monte Rosa edizioni
2023
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