Regione stanzia 90 milioni di euro per le residenze socio assistenziali e mette un tetto agli aumenti delle tariffe

Critica la delibera il presidente di Uneba che raccoglie 450 case di riposo e quantifica in soli 3 euro l'aumento per posto letto mentre il democratico Astuti parla di beffa per gli ospiti

conferenza stampa su sistema socio sanitario

Potenziare il sistema delle residenze sanitarie assistenziali (RSA), delle residenze sanitarie per disabili (RSD) e delle comunità sociosanitarie (CSS) con uno stanziamento di oltre 90 milioni di euro. È il contenuto del provvedimento approvato dalla Giunta regionale della Lombardia e presentato dell‘assessore al Welfare, Guido Bertolaso.

«Il provvedimento – ha detto l’assessore Bertolaso – è rivolto in particolare a quelle categorie di soggetti fragili che incidono in numero sempre maggiore nelle strutture assistenziali. La componente sociale riveste per noi una fondamentale importanza. In un contesto in cui ogni struttura ha costi sempre in aumento, Regione contribuisce notevolmente ed evita alle famiglie ulteriori spese. La scelta di fissare un limite ai costi e legarlo alla tariffa media delle Ats va in questa direzione».

Una serie di azioni contenute nel documento che prevede vari step. Intanto Regione Lombardia ha stabilito di incrementare le tariffe giornaliere alle RSA, RSD e CSS legate all’assistenza di pazienti ad elevata complessità (comportamento e alimentazione). Si tratta di una prima fase programmatoria, che ammonta a 51 milioni, e che stabilisce la destinazione di ulteriori risorse. L’aumentosarà del 36% per le RSA, del 70% per le RSD e del 65% per le comunità.

Obiettivo fondamentale, quello di evitare spese ulteriori alle famiglie che utilizzano le strutture. Regione ha anche fissato una soglia (2% della tariffa media delle singole Ats) oltre la quale non sono ammessi incrementi della retta sui posti a contratto con il SSR.

Altri 30 milioni sono destinati al concorso della spesa del 50% dei farmaci acquistati dalle strutture, 6 milioni per la presa in carico di pazienti nelle residenze per disabili (RSD) con necessità speciali.

Infine, 2,65 milioni l’incremento della tariffa definita per il trattamento terapeutico riabilitativo e 671.000 euro per il trattamento delle dipendenze a bassa intensità assistenziale. In concreto, Regione aumenta gli stanziamenti per l’assistenza dei pazienti acuti riducendo l’offerta per la riabilitazione.

conferenza stampa su sistema socio sanitario

PER LUCA DEGANI PRESIDENTE UNEBA LOMBARDIA È UNA MANOVRA A METÁ

«Una manovra a metà». Così la definisce Luca Degani Presidente di Uneba Lombardia: «Giusto e condiviso il riconoscimento parziale del costo farmaceutico della residenzialità in Rsa, Rsd e CSS, che è quantificabile in circa 1,3 euro al giorno sui 60mila posti di rsa lombardi.

Intelligente ed appropriato considerare il processo di miglioramento strutturale del mondo onlus che sta, a fatica e con parziali risorse proprie, attuando il percorso di miglioramento qualitativo delle strutture previsto dalla facoltà specifica del 110% ora aperto per questi enti no profit fino al 2025. Resta però una manovra economica che non prevede nulla per la parte dei servizi diurni! Centri diurni integrati per anziani e disabili che sono l’ anello di congiunzione tra domicilarità (finanziata con pnnr) e residenzialita’. Non prevede nulla per gli hospice, che sono il luogo sempre più significativo per la dignità del morire.

Prevede una manovra economica per le RSA che deve essere letta con gli occhi della realtà: 40 milioni di euro su 60mila posti letto corrispondono a circa 1,7 euro al giorno per posto letto. Sommati all, 1,3 dei farmaci si ipotizza di garantire al sistema per il 2024 un aumento di risorse di poco inferiore a 3 euro al giorno. Per il 2023 non è stato riconosciuto nulla (come per gli undici anni precedenti al covid). Oggi in Lombardia la retta media è di 65 euro e la quota sanitaria media di 45 euro. Quindi 110 euro di costo: 3 euro sono quindi meno del 3%.

L’inflazione 2023, dati Istat, è ben superiore al 6%, l’inflazione prevista 2024 nella migliore delle previsioni è ipotizzata al 4%.

Vi sono oltre 100mila lavoratori del settore che hanno in corso i rinnovi contrattuali. Lavoratori che, come i loro datori di lavoro prevalentemente enti no profit, debbono far quadrare i conti. Così il rischio è creare difficoltà di prosieguo delle attività e povertà reale su fasce di popolazione lavoratrice giovane e con gradi di scolarità media. Per quanto sopra, prevedere il blocco delle rette è veramente inconcepibile.
Servirebbero almeno altri 200 milioni di risorse
per arrivare finalmente al rispetto dei Lea garantendo la compartecipazione paritaria tra regione e famiglie».

SAMUELE ASTUTI PèARTITO DEMOCRATICO: “UN PASTICCIO CHE PAGHERANNO TUTTI”

«Bertolaso con una sola delibera è riuscito a fare un pasticcio che pagheranno tutti: ospiti dei servizi sociosanitari, personale e gestori –  commenta il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti commenta la delibera regionale – Abbiamo aspettato per anni che Regione Lombardia aumentasse le risorse per i servizi sociosanitari e nel frattempo è anche enormemente aumentato il bisogno da parte delle famiglie lombarde che sono costrette ad attendere mesi o addirittura anni per un posto in RSA o in altre strutture, dovendo poi anche pagare rette molto spesso insostenibili. E ora la Regione che fa?».

«Stanzia meno della metà dei soldi necessari a coprire i costi sanitari che scorrettamente continua a far pagare alle famiglie – denuncia il consigliere Dem – e sulle rette produce una beffa che Fontana e Bertolaso si guardano bene dal rivelare nei loro comunicati: chi ha problemi cognitivi o dell’alimentazione continuerà a pagare la retta che già paga solo se la sua retta è superiore alla media, mentre a tutti gli altri la retta potrà essere aumentata senza limiti! E mentre la Regione ammette che alcuni bisogni assistenziali si aggravano, continua a dare ai gestori dei servizi gli stessi contributi, indipendentemente dalla qualità assistenziale e dalla quantità di personale in servizio, che varia da struttura a struttura. Siamo arrivati alla beffa che con queste regole una RSA può prendere più soldi dalla Regione e potrebbe anche diminuire il servizio ai propri ospiti e lo stipendio al proprio personale. Non servono colpi di delibere qua e là, serve una revisione complessiva del sistema per mettere finalmente in correlazione qualità assistenziale, contributo regionale e rette, altrimenti ne fanno le spese ancora una volta gli ospiti e le famiglie, a cui le rette vanno davvero calmierate depurandole dai costi sanitari che devono essere a carico del servizio sanitario come previsto dai LEA».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Dicembre 2023
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