Il carabiniere Andrea Giordano e la vita passata nell’Arma: “Rifarei tutto da capo”
L’album dei ricordi dopo aver appeso la divisa al chiodo: l’epoca delle rapine a mano armata, la gavetta al Radiomobile e il servizio capillare in centro a Varese e al tribunale

La rapina a mano armata all’Esselunga di Induno coi morti a terra e i buchi delle sventagliate di kalashnikov. Il giovane salvato mentre si lancia nelle acque del fiume. La coppia di ladri arrestata durante la spesa al supermercato, fuori servizio. Ma anche l’affetto di tanti commercianti che a guardare le scarpe lucide e i pantaloni con la riga rossa che passano per le strade del centro di Varese percepiscono la vicinanza dello Stato.
Il tempo che passa è segnato per tutti da orologi e calendari, ma sovente per chi indossa le vesti di una professione esistono lancette invisibili, episodi che lasciano il segno. E dunque i ricordi di una vita passata in divisa arrivano al cuore nelle parole del carabiniere Andrea Giordano, classe 1968, originario di Venezia ma da subito diventato cittadino di quella grande regione che si estende dalle Prealpi alla Brianza: dopo un primo incarico a Campobasso seguito all’arruolamento nel 1987 ecco l’arrivo a Lurate Caccivio, poi a Cantù, e ancora al nucleo operativo e radiomobile a Seregno. Poi il servizio in provincia di Varese, al Gaggiolo.
Siamo a cavallo del secolo. Ed è qui che l’impegno di tutti i giorni segue i grandi cambiamenti legati ad un mondo via via sempre più connesso che si sposano coi grandi fatti di cronaca. Così se una volta erano più i fatti di sangue, gli omicidi, la violenza pura per arrivare ad un obiettivo a fare paura, oggi sembra che i rischi stiano più nascosti fra le pieghe di una mail, di un messaggio sul telefono che ti porta via soldi, o i ricordi di una vita. «Ero al Nor (nucleo operativo radiomobile, è il “primo intervento“ dei carabinieri in caso di chiamata al 112 ndr) e arrivammo anche noi quel giorno in cui ci fu la rapina a mano armata a Induno Olona», ricorda Giordano. Era il 30 gennaio 1999. E fu una mattanza. Erano da poco passate le 23: le due vittime, due guardie giurate che si apprestavano a prelevare i contanti dalla cassaforte del supermercato vennero investite dal fuoco di armi da guerra esploso da un tetto. Rimasero a terra senza vita Mario Simonetta di 48 anni, marito e padre di due figli e Giuseppe Coriglione 38 anni, sposato, e padre di un bimbo di 6 anni; il collega che era alla guida del furgone riuscì invece a scappare e a dare l’allarme.
«Mi chiedi come è cambiato il lavoro nel tempo. Ecco: episodi come questi, chiamiamolo “il periodo delle rapine“, sono più rari. Oggi sono molto più diffuse le truffe, spesso di natura informatica, o anche rivolte agli anziani, a destare grande preoccupazione», spiega il neo pensionato. Esistono, nel quaderno dei ricordi, anche altri episodi che hanno a che fare con l’intramontabile attitudine umana di chi fa questo lavoro e che si pone al servizio degli altri. Come l’episodio di Lurate Caccivio, nel Comasco, quando il 15 aprile del 1989 avvenne il salvataggio di un giovane che si era lanciato in un fiume per togliersi la vita: Andrea Giordano si lanciò in acqua assieme ad un collega e salvò la vita al ragazzo. Un fatto che gli valse un encomio. Lo stesso – in questo caso un elogio da parte del colonnello Claudio Cappello – vale anche per le altre attività svolte nel centro di Varese come carabiniere di quartiere, servizio per il quale Giordano risulta particolarmente conosciuto fra i commercianti ma anche fra le tante persone che quotidianamente si recavano in tribunale, luogo di ultima assegnazione (in forza presso la Stazione di Varese). Ora, con l’anno nuovo, la pensione. «Rifarei tutto quello che ho fatto nell’Arma. Dal primo all’ultimo giorno». Anche quella volta in cui a fare la spesa, in borghese e disarmato, arrestò due ladri specializzati nelle razzie dei supermercati, nel quartiere varesino di Masnago.
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