Sicurezza sul lavoro in provincia: statistiche, rischi e prevenzioni in un convegno a Varese

L'evento, dal titolo "La sicurezza sul lavoro in provincia di Varese: infortuni e best practice" è stato promosso dalla Prefettura nel quadro della “Rete Provinciale Sicurezza sul Lavoro-Varese” con Camera di Commercio e Organizzazioni sindacali

Ha avuto anche momenti commoventi e drammatici il convegno che si è tenuto giovedì mattina, 18 aprile 2024, nella sala Campiotti della Camera di Commercio di Varese: segno che dietro i dati forniti, di grande importanza per riflettere sulle politiche del lavoro in provincia, ci sono lavoratori e lavoratrici, famiglie ed amici, e diritti fondamentale da proteggere, pera avere tutti una vita migliore.

L’evento, dal titolo “La sicurezza sul lavoro in provincia di Varese: infortuni e best practice” è stato promosso dalla Prefettura nel quadro della “Rete Provinciale Sicurezza sul Lavoro-Varese” ed è stata un’occasione per fare il punto sulla situazione attuale e per condividere significative best practice del territorio, ma la testimonianza più toccante è stata quella di Fabio Borroni, rappresentante dei lavoratori in DHL, che per raccontare la ancora esistenti difficoltà nel mondo del lavoro nella logistica, ha ricordato col cuore spezzato il tragico incidente a Malpensa dove ha perso la vita un suo collega.

Eppure, malgrado i dati nazionali sugli incidenti mortali sul lavoro continuino a essere allarmanti con 1.041 casi registrati nel 2023, Varese è in una situazione più favorevole di altre: «Sostanzialmente noi abbiamo registrato un miglioramento a livello provinciale e regionale di quello che sono i dati che concernono gli infortuni sul lavoro – Spiega Jacopo Franco D’Ambrosio, direttore della sede Territoriale Inail di Varese – Abbiamo poi fatto un focus sula logistica e sui trasporti, da cui è emerso a livello provinciale  un incidenza non tanto nell’attività di trasporto quanto nelle attività accessorie, come carico e scarico, che ha sorpreso un po’ tutti, anche noi addetti ai lavori. I morti sul lavoro a Varese, in termini assoluti, sono poco significativi, si contano sulle dita di una mano, per cui le variazioni sono davvero poco significative».

Il convegno ha visto la partecipazione di esperti del settore, tra cui rappresentanti di Inail e di associazioni sindacali come CGIL, UIL e CISL.  «Quando ci sono momenti cosi importanti, pieni di dati e approfondimenti, finisce per apparire più chiaro ciò che manca – sottolinea Stefania Filetti, segretaria generale di CGIL Varese –  Come per esempio l’analisi di come gli infortuni accadono, e quindi andare ad analizzare il numero di ore, quali contratti sono applicati, come sono pagati, quali sono le condizioni dei  lavoratori. Riusciremo a fare dei focus anche in questa direzione, ed è assolutamente necessario farlo. Le fotografie sul territorio fornite da questi dati sono importanti, ma queste devono essere propedeutiche a fare un passo in più, cioè riuscire ad abbattere il numero tragico d infortuni e azzerare soprattutto quelli mortali».

«Anche se parliamo tanto di transizione digitale, di intelligenza artificiale, non dobbiamo assolutamente dimenticare la dimensione umana – Ha spiegato Elena Provenzano, della Camera di Commercio di Varese – Oggi ci siamo occupati di vedere come i lavoratori si trovano sul posto di lavoro e come possono essere tutelati dagli infortuni sul lavoro. Camera di Commercio su questo fronte si sta impegnando tantissimo, insieme alle associazioni di categoria, alle associazioni sindacali e altri rappresentanti delle istituzioni in questo tavolo che rappresenta la rete per la sicurezza di Varese promosso dalla Prefettura. Camera di Commercio ha collaborato strettamente con Inail per analizzare i dati, perchè  se identifichiamo quali sono i punti di maggior attenzione possiamo anche indirizzare l’azione in modo ancora più mirato ed efficace».

I DATI DEL REPORT

I dati del report presentato che si riferiscono al quadriennio 2018-2022: il periodo di osservazione prescelto contiene ancora dati influenzati dal fenomeno del Covid19 ma permette di riparametrare gli eventi attraverso il confronto dei singoli anni 2018 e 2022 poco influenzati dai numeri della pandemia.

La tendenza degli infortuni denunciati in provincia di Varese segue in modo abbastanza fedele l’andamento delle denunce in Lombardia, tranne l’anno 2020 condizionato dal forte impatto della pandemia sul nostro territorio. Nell’ultimo anno, inoltre, gli infortuni sul lavoro denunciati nella nostra provincia sostanzialmente eguagliano i valori pre-emergenza (+2,2%) mentre in Lombardia si evidenzia una crescita delle denunce rispetto al 2019 (+10%); incremento che si rileva anche nei dati nazionali (+9,2%) da 644.550 denunce nel 2019 a 703.569 nel 2022.

Nel 2022 gli infortuni definiti positivamente nella gestione Industria e Servizi ammontano a 5.824; prevalentemente colpito risulta il genere maschile con 3.877 infortuni (64,4%) mentre gli infortuni femminili sono stati 2.074 (36,6%). Confrontando l’incidenza percentuale per genere con i dati 2018, si nota un incremento della quota di donne tra gli infortunati (31% vs. 35,6%), ciò può essere legato ad un progressivo ampliamento della platea delle donne che lavorano ma anche, nella parte relativa ai settori, è legato ad un maggiore peso degli infortuni avvenuti nel settore della
Sanità, dove lavorano molte donne, nel 2022 (20,4%) rispetto al 2018 (11,4%).

Nell’anno 2022 si evince che le classi di età più colpite dagli infortuni sono quelle centrali dell’età lavorativa, ovvero tra i 30 e 44 anni (30%) e tra 45 ai 59 anni (42,5%). Naturalmente tali fasce d’età colpite sono quelle maggiormente presenti nella forza lavoro occupata nella nostra provincia. Nel confronto con i dati 2018 si evidenzia una quota più elevata nella fascia 45-59 anni. Osservando la distribuzione per età degli infortuni dell’anno 2022, si evidenzia un trend più spostato
verso età lavorative mature, con un picco nella fascia di età da 50 a 54 anni.

La nazionalità degli infortunati è prioritariamente italiana (79,7%), a seguire quella extra-europea (17,6%) ed infine di nazionalità europea (2,7%). Rispetto ai dati del 2018 non si evidenziano significative differenze nella composizione per provenienza.

Nel triennio 2019-2021 nel settore sanità e assistenza sociale sono avvenuti 57 infortuni ogni 1.000 addetti, un dato elevato sicuramente influenzato dal periodo considerato che ricomprende appieno l’emergenza Covid19. Segue il settore delle reti fognarie e la gestione dei rifiuti, settorenumericamente contenuto ma dove avvengono diversi infortuni (32 ogni 1.000), attività artistiche, sportive e di intrattenimento (28), probabilmente influenzato dagli infortuni di sportivi e atleti,
trasporto e magazzinaggio (27) e noleggio e servizi alle imprese (19). La media del totale degli infortuni è di 15 ogni mille lavoratori.  Per quanto riguarda l’indice di frequenza degli infortuni che hanno causato inabilità permanente, si
rileva un valore elevato nel settore agricolo (5,3 infortuni con postumi ogni mille addetti), seguito dalle reti fognarie e gestione rifiuti (3,7), attività artistiche, sportive e di intrattenimento (3,4), costruzioni (3 infortuni con postumi ogni 1.000 lavoratori del settore), noleggio e servizi alle imprese (2,4). La media è di 1,2 infortuni con postumi ogni mille addetti. Per l’indice di frequenza degli infortuni mortali si segnala un valore totale pari a 0,01, con un indice
nel settore trasporto e magazzinaggio pari a 0,33 e pari a 0,11 nel settore delle costruzioni, mentre per il resto dei settori l’indice è nullo.

 

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 18 Aprile 2024
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