Nasce in un immobile confiscato alla criminalità Casa Arca, il nuovo centro diurno per i senza dimora di Varese
Inaugurata nell'ex nightclu di via Tonale 31 Casa Arca, il nuovo Hub Polifunzionale Diurno per l’accoglienza dei senza tetto
Da luogo di delinquenza a spazio per l’accoglienza e il riorientamento dei senza tetto: l’ex nightclub di via Tonale 31 a Varese diventa Casa Arca, il nuovo Hub Polifunzionale Diurno per l’accoglienza dei senza tetto.
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Il progetto, nato da un immobile confiscato alla criminalità organizzata e completamente ristrutturato da Progetto Arca, offrirà un riparo diurno per 30 persone senza tetto, oltre a vari servizi per il loro benessere e reinserimento.
All’interno di Casa Arca, gli ospiti troveranno un luogo di accoglienza e supporto dove potranno usufruire di servizi di segretariato sociale, ascolto, orientamento lavorativo, ristoro e igiene personale. Saranno offerti spazi per la socializzazione, dove diverse realtà locali collaboreranno per creare percorsi di integrazione.
«Questo spazio diventa il nodo di una rete solidale che cresce e vuole crescere ancora», ha detto durante l’inaugurazione Alberto Sinigallia, presidente della Fondazione Progetto Arca con riferimento a Camminiamo insieme, Libera, Avvocato di strada, Sanità di frontiera, Remar e Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, tutti già partner del progetto.
All’interno della struttura al pian terreno gli sociali, una cucina industriale, lavatrici, bagni e docce mentre al primo piano si trova un ufficio, una piccola sala visite e spazi di accoglienza per le situazioni di emergenza. «Casa Arca accoglie i senza fissa dimora che hanno perso la speranza per accompagnarli e guidarli verso un cambiamento. Per questo abbiamo creato un posto pieno di bellezza dove trovare sostegno sanitario e legale».
I lavori di ristrutturazione, iniziati ad agosto, sono staati finanziati in parte con 50 mila euro dall’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata, presente all’inaugurazione con la dirigente della sede di Milano Simona Ronchi: «Il reimpiego di beni confiscati alla criminalità e restituiti alla collettività sono volano di opportunità sociali ed economiche per tutta la comunità».
«Ci sono voluti 4 anni per arrivare all’inaugurazione di Casa Arca – ha ricordato l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Varese Roberto Molinari – Ma il risultato straordinario, oltro alla bellezza di questo spazio, è la creazione di una rete sempre più ampia con il comune obbiettivo di rispondere alla marginalità».
«È emozionante vedere insieme così tante persone che si dedicano agli altri – ha detto il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti – Qui si lavora per non lasciare indietro nessuno e per questo ringrazio assieme agli enti e alle associazioni , anche tutti i volontari che si attivano per questo obiettivo».
A tagliare il nastro è stata Maria Rosa Sabella della Camminiamo Insieme onlus, associazione che gestisce il vicino centro diurno il Viandante e che, a regime, si occuperà della gestione operativa del nuovo centro, destinato a sostituire gli attuali spazi di via Bainsizza.
A benedire la struttura invece è stato don Ernesto Mandelli che ha spronato Comune e Chiesa di Varese a fare di più per i senza tetto: «Possibile che con tutti gli appartamenti sfitti che ci sono in città non si riesca a trovare un modo per metterli a disposizione di chi ha bisogno di una casa ma ha una disponibilità economica limitata? – ha chiesto – Gesù non predicava di costruire chiese ma di aiutare la povera gente. Diamo maggiore spazio alle chiese o all’aiuto?».
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