Agostino Burberi racconta gli ideali della scuola di Don Milani ai ragazzi della media di Gavirate
La Carducci ha ospitato la mostra fotografica itinerante "Barbiana: Il silenzio diventa voce". Per comprendere l'atmosfera della Scuola è stato ospite il Presidente della Fondazione Don Milani
Un’atmosfera di riflessione e ispirazione ha permeato l’auditorium della scuola media Carducci di Gavirate durante l’incontro con Agostino Burberi, ex allievo di Don Lorenzo Milani e presidente della Fondazione Don Milani. L’evento è stato organizzato nell’ambito delle iniziative legate alla mostra fotografica itinerante “Barbiana: Il silenzio diventa voce”, che ha fatto tappa nell’atrio della scuola dal 22 aprile al 10 maggio.
La mostra, curata dalla Fondazione Don Lorenzo Milani, ha offerto agli studenti un viaggio affascinante attraverso 28 pannelli che raccontano la vita di Don Milani e i principali temi trattati nella sua attività di sacerdote e maestro. Ciò che ha reso l’esposizione ancora più coinvolgente è stata la partecipazione attiva degli studenti.
Dodici alunni delle classi terze hanno svolto il ruolo di ciceroni, guidando le classi visitatrici attraverso la mostra.
«Questa mostra ci ha conquistato un po’ tutti perché ci ha fatto conoscere da vicino un personaggio eccezionale nella sua semplicità – commenta la professoressa Tiziana Troise, che insieme alla docente Elena Ratti ha curato l’evento – In queste fotografie, infatti, emerge chiaramente il pensiero di Don Milani: solo la conoscenza e l’istruzione rendono davvero gli uomini uguali perché li mettono nella condizione di essere liberi».
L’incontro con Agostino Burberi è stato il punto culminante di queste iniziative organizzate dalla scuola Carducci con la collaborazione del Comitato Genitori. Attraverso le sue parole cariche di passione e memoria, Burberi ha trasportato gli studenti in un viaggio nel tempo, riportando in vita l’atmosfera e gli ideali della scuola di Barbiana.
«Barbiana non era solo una scuola, ma un luogo dove si respirava la vera essenza dell’educazione – ha sottolineato Burberi durante il suo intervento – Sull’altare della chiesa di Barbiana Don Milani aveva addirittura messo un “Santo scolaro”, in nessuna altra chiesa troverete uno studente sull’altare. Questo prete ci voleva un bene immenso e allo stesso tempo sapeva dire di no. Era un padre fino in fondo.Con lui passavo 12 ore al giorno».
A Barbiana si studiava 12 ore tutti i giorni dell’anno, festivi compresi, ma «era felicità perchè i bambini a quei tempi, finita la scuola, andavano ad aiutare i genitori a casa e nei campi a lavorare». Le parole di Burberi hanno richiamato alla mente i principi fondamentali su cui Don Milani ha costruito la sua visione educativa. L’accesso all’istruzione doveva essere uguale per tutti: “Se mandate via i ragazzi difficili dalla scuola – diceva Don Milani, “non è più scuola; è un ospedale che cura i sani e manda via i malati”.
A Barbiana non si andava avanti se tutti non avevano capito, “e se uno non capiva, il compagno che aveva capito si dava da fare a spiegarlo con le sue parole”. Ogni studente era coinvolto attivamente nel processo educativo e la collaborazione tra pari era incoraggiata. Non c’era divisione tra materie, ma un’integrazione armoniosa tra discipline diverse. La scuola di Barbiana ha incarnato un’educazione basata sull’esperienza e sul pensiero critico. Non si trattava solo di trasmettere nozioni, ma di formare cittadini consapevoli e capaci di incidere positivamente sulla società. A Barbiana gli studenti costruivano anche strumenti scientifici, come per esempio un astrolabio, per comprendere il mondo che li circondava. “Imparare facendo”, questo era un altro concetto cardine dell’approccio educativo di Don Milani.
Le parole di Burberi hanno richiamato infine l’attenzione degli studenti sulla necessità di impegnare il proprio tempo e le proprie energie per costruire una società migliore, seguendo l’esempio e gli insegnamenti di Don Milani. “Il tempo è un dono di Dio e non va sciupato”.
La giornata si è conclusa con le parole di ringraziamento del dirigente scolastico Daniele Marzagalli: «La speranza è che seminando si possa sempre raccogliere della bontà – ha riflettuto Marzagalli, ricollegandosi alle parole di Burberi – L’invito è quello di operare per il bene, per gli altri, per i nostri simili».
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