La cerimonia composta per Fabio Limido che arriva al cuore di Varese

A dieci giorni dall’omicidio che ha sconvolto la città, il momento delle preghiere per l’ultimo saluto alla vittima. Rispettate le volontà della famiglia che aveva chiesto esequie in forma privata

Generico 13 May 2024

La bara di legno chiaro, i fiori, rose, rosse e gialle, e la pioggia che vi batteva sopra nel rapido tragitto dal carro funebre fin dentro la chiesa. Per stare vicino a Fabio Limido, 71 anni, assassinato lunedì 6 maggio nell’intento di sacrificare il suoi bene più prezioso – la vita per salvare quella della figlia, non c’è spazio all’interno della basilica per le telecamere: su richiesta della famiglia l’interno della basilica di San Vittore era solo destinato a una cerimonia in forma privata, cosi tutta la curiosità della stampa, giunta da tutta Italia, è rimasta sul sagrato.

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I funerali di Fabio Limido in san Vittore 4 di 18

E così è stato l’ultimo saluto che amici e parenti hanno voluto riservare alla vittima di quel fatto di cronaca che ha ancora scosso l’intera città, e non solo.

In basilica però non mancava la gente che in quella stessa piazza che proprio pochi giorni fa ha visto riempire la sua dimensione dalla folla che ha partecipato alla grande manifestazione – oltre mille persone – dove in coro si è sentito «Forza Lavinia».

LA CERIMONIA

Cinque i sacerdoti concelebranti tra cui monsignor Peppino Maffi, già prevosto di Varese e attuale referente per la parrocchia di Bobniate,  e monsignor Luigi Panighetti attuale prevosto di Varese, fra i parenti stretti della vittima erano riconoscibili Marta Criscuolo, moglie di Fabio e le due figlie Lucrezia e Cecilia.

«Innanzitutto vogliamo pregare per Lavinia, per la sua salute, la sua pace interiore. E con Lavinia preghiamo per suo papà. Vorremmo che nostre preghiere lenissero un po’ il dolore grande che c’è nel loro cuore» ha esordito cosi don Peppino Maffi nella sua omelia.

«La famigliarità, il confronto, il dialogo costante con Marta mi ha permesso di conoscere bene il loro disagio, in questi anni, la percezione chiara che si potesse concretizzare qualcosa di molto grave – ha continuato – Si sperava insieme che non si arrivasse mai a questo momento. Ci siamo purtroppo arrivati. La nostra fede però ci conferma e conferma ai suoi famigliari, che Fabio è nella pace dei giusti».

IL SALUTO DI LAVINIA

La cerimonia ha avuto anche un momento di saluto da parte di sua moglie Marta, che era in prima fila insieme a Lucrezia e Cecilia, le altre due figlie, mentre Lavinia è ancora ricoverata all’Ospedale di Circolo di Varese per i gravi traumi, anche se migliora di giorno in giorno.

Per questo le sue prime parole riportano un messaggio della giovane donna gravemente ferita dall’assassino di suo padre: «ieri sono stata a trovare Lavinia, ho chiesto se volesse dire due parole a suo padre. eccole»

Il messaggio di Lavinia è stato semplice ma commovente: «Caro papà, sei sempre stato un uomo  impeccabile, e hai messo sempre noi quattro al centro della tua vita, anche prima di te stesso. E l’hai fatto anche questa volta. Grazie sempre. Ti stringo. Tua Lavinia»

LE COMMOVENTI PROMESSE DI MARTA A SUO MARITO

Altrettanto commoventi sono state le parole rivolte direttamente da Marta a Fabio, che ha cominciato con ringraziare il prevosto di Varese, monsignor Panighetti, per aver concesso l’uso della Basilica. «Ho chiesto che questa cerimonia venisse celebrata laddove tutto ha avuto inizio, con il matrimonio di nostra figlia. Una conclusione logica, con la festa degli angeli che portano mio marito in Paradiso».

Dopo avere citato una poesia di Joseph Ratzinger che racconta come “tutti portano una croce” Marta sottolinea che: «La mia croce è il dolore, che appartiene solo a me».

E partendo dal dolore, fa molte promesse al marito, davanti alle sue spoglie: «Prometto a mio marito che curerò tutte le ferite di mia figlia, sia quelle del corpo che quelle dell’anima, che imparerò a curare le rose e le altre piante del suo amato giardino, che verrà trattato con lo stesso amore che usava lui. Prometto che la sua società continuerà a prosperare, che aiuterò le nostre figlie, come avevamo deciso, a raggiungere tutti gli obiettivi che si sono prefissate, nella famiglia come nel lavoro. E prometto che insegnerò ad Aiace e ai nostri nipotini a curare l’orto, per imparare il valore dell’attesa. E, infine, ti prometto fedeltà eterna».

UNO SCROSCIO PIÙ FORTE DI PIOGGIA “SALVA” MARTA DAI GIORNALISTI

La basilica di san Vittore era gremita di gente, malgrado le pessime condizioni meteorologiche: non erano però giornalisti, che all’interno non erano ammessi, se non all’ascolto e alla partecipazione della messa. Cosi la cerimonia è stata seguita prevalentemente da amici, vicini e parenti: persone che non erano in chiesa per curiosità, ma per dare l’ultimo abbraccio a Fabio e alla sua straziata famiglia.

La stampa e il gossip erano rimaste infatti fuori dal portone: e uno scroscio più forte degli altri, proprio a conclusione della cerimonia ha “salvato” definitivamente la moglie Marta da un lungo assedio dei giornalisti di tutta Italia. Sono stati davvero pochi gli intrepidi (o incoscienti?) colleghi che hanno osato fargli qualche domanda proprio sulla soglia della basilica.

Noi abbiamo colto solo quella più importante: «Come sta Lavinia?». E la risposta è stata di grande conforto, in una giornata così dura: «Sta sempre meglio. Ora però lasciatemi andare…» ha risposto con un sorriso paziente, prima di essere accompagnata al carro funebre, sotto una pioggia a dirotto.

 

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