Siamo soli nell’universo? Al Gat di Tradate si parla di “ambigui segnali dallo spazio”
Lunedì 6 Maggio 2024 alle ore 21 (Cine Grassi di Tradate) Giuseppe Bonacina, storico collaboratore degli astrofili tradatesi, terrà una conferenza
Continuano le manifestazioni ‘sintonizzate’ sul 50esimo di attività del GAT, Gruppo Astronomico Tradatese, nato nel 1974 sull’onda del famoso messaggio per extra-terrestri inviato dal radiotelescopio di Arecibo verso l’ammasso M13.
Lunedì 6 Maggio 2024 alle ore 21 (Cine Grassi di Tradate) Giuseppe Bonacina, storico collaboratore degli astrofili tradatesi, terrà una conferenza sul tema: ambigui segnali nello spazio.
Il tema, molto controverso, riguarda alcuni segnali captati dai radiotelescopi che sembrano ‘non naturali’ e quindi attribuibili a potenziali intelligenze extraterrestri. Addirittura, con l’aumento di sensibilità degli strumenti attuali, siamo arrivati a qualcosa come 4 milioni di messaggi ‘sospetti’.
La verità è che l’idea che i terrestri non fossero i soli abitanti dell’universo ha intrigato filosofi e scienziati sin dall’antichità. E continua ancor più oggi, dopo la scoperta di molti esopianeti potenzialmente “abitabili”, almeno secondo i nostri standard chimico-fisici e biologici.
La speranza è di poter individuare nella nostra galassia (il solo orizzonte spazio-temporale umanamente accessibile), con i mezzi tecnici più evoluti a nostra disposizione, “bio-firme” e “tecno-firme”, probanti indicatori (diretti o indiretti, intenzionali o no) della presenza di forme di vita e intelligenze aliene.
La ricerca più nota e longeva è quella del SETI Institute (Search for ExtraTerrestrial Intelligence), basata sulla ricezione da parte di una rete internazionale di radiotelescopi di possibili segnali “non naturali”. Tra questi il più famoso e discusso rimane quello raccolto il 15 Agosto 1977, tanto intenso ed inaspettato da essere passato alla storia come ‘Wow signal’ . Pur con alterne vicende scientifiche ed economiche, questa ricerca è attiva con continuità da oltre 60 anni e di recente ha avviato nuovi progetti.
Purtroppo, però, i pochi segnali anomali che hanno sinora interrotto “il grande silenzio della galassia”, sono risultati dei “falsi positivi”, un rischio che in questo genere di ricerche, segnato da ambiguità sperimentali e forti aspettative, è particolarmente insidioso.
L’ostinata assenza di chiari segnali intenzionali sembra giustificare il cosiddetto “paradosso di Fermi”. Negli anni 50 Enrico Fermi ebbe infatti ad esternare questa intrigante domanda: “Se l’universo brulica di alieni, dove sono tutti quanti?” Molte delle supposte civiltà galattiche sarebbero infatti molto più vecchie della nostra e avrebbero quindi avuto le tecnologie e il tempo per intraprendere viaggi interstellari, in presenza o da remoto, per curiosità o necessità.
Perché non l’hanno fatto? Ma le soluzioni ad hoc del paradosso sono numerose e la questione rimane apertissima. La verità è che per essere certi se qualcuno, oltre a noi, abita la galassia e vuole farlo sapere dobbiamo ancora darci molto da fare. A meno l’ ansiosa ricerca di altri esseri intelligenti sia dovuta solo al forte desiderio dei terrestri di non essere soli….
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