
Ispra Cresce, “Ci aspettavamo un esito diverso per l’elezione del vicepresidente del consiglio comunale”
Il gruppo di minoranza commenta la scelta dell'amministrazione di non votare il proprio candidato proposto per la carica in occasione della prima seduta del consiglio dopo le elezioni

Durante il consiglio comunale di insediamento, che si è svolto nella sala consigliare del comune di Ispra, giovedì 27 giugno, tra i punti all’ordine del giorno c’è stata anche la nomina con scrutinio segreto del presidente e del vicepresidente del consiglio comunale.

Di fronte alla proposta della maggioranza di designare la sindaca per la carica di presidente, i gruppi di minoranza hanno scelto di non proporre un loro candidato e di convergere sulla scelta della maggioranza. Rosalina Di Spirito è stata quindi eletta all’unanimità. Al momento di votare il vicepresidente, Ispra Cresce ha proposto il consigliere Gianluca Ceroni, ma con otto voti a favore per la candidata proposta dalla maggioranza, Catia Zanarella, e cinque per Ceroni, anche la vicepresidenza è andata alla maggioranza.
«Nel consiglio di insediamento – commentano i consiglieri dei gruppi Ispra Cresce e Ispra per tutti in una nota congiunta – abbiamo speso belle parole a favore di un confronto costruttivo con la maggioranza e siamo ancora convinti di quanto dichiarato, ma sull’elezione del vicepresidente ci aspettavamo decisamente un altro esito. Del resto i segnali espressi con il voto unanime sulla presidenza di Di Spirito, carica per la quale non abbiamo voluto indicare un nome, ci sembravano evidenti» .
«Supponiamo – aggiungono i consiglieri – che i cinque voti per Ceroni siano stati quelli delle minoranze più uno della maggioranza, ma contrariamente a quanti stanno già ipotizzando una prima crepa nella compagine di Si amo Ispra, noi abbiamo un’altra visione, più realistica. La vicepresidenza alle minoranze non è un atto dovuto e non rappresenta una regola, ma è una scelta che avvalora l’imparzialità che cariche come questa hanno, insomma “dare” la vicepresidenza alla minoranza non era solo un bel gesto, era una scelta di ulteriore garanzia per il buon funzionamento del consiglio comunale. Non vogliamo interpretare per forza questo esito come una chiusura nei confronti delle minoranze, è probabile che abbia pesato di più una sorta di inesperienza politica. Ci auguriamo che la pacatezza con cui abbiamo affrontato la questione sia ulteriore prova dello stile che vogliamo dare al nostro modo di fare opposizione: preciso, attento e basato sui fatti.»
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