Bis di Sopran Pechino al Gran Premio città di Varese e Dario Vargiu entra nel mito con sette vittorie
L'allievo di Bruno Grizzetti vince per la seconda volta consecutiva la classica varesina. Per il fantino di Oristano è la settima vittoria al Gran premio. Poche casse aperte e scommettitori che hanno dovuto rinunciare alla giocata
Sopran Pechino, il sauro allievo di Bruno Grizzetti, si aggiudica per la seconda volta consecutiva il Gran Premio Città di Varese “Memorial Carlo Curti” sulla distanza di 2250 metri pista in erba. Un’impresa che negli ultimi 25 anni era riuscita solo a Zundapp e London Bank.
Per il fantino Dario Vargiu si tratta invece della settima vittoria della classica cittadina: mai nessuno meglio di lui.
Una serata a dir poco magica per il jockey di Oristano che si è aggiudicato cinque corse su sei disputate, confermando una forma invidiabile, sia mentale che fisica. Alla domanda quale fosse stata la mossa vincente per portare a casa il Gran Premio, Vargiu ha risposto: «Montare il cavallo giusto».
Vargiu ha condotto una gara impeccabile, sempre a ridosso del gruppo di testa con Rainmaker a dettare l’andatura, al primo passaggio davanti la tribuna, su Tendentious, Wide Sea e Merlano. Una volta in dirittura di arrivo, Sopran Pechino ha fatto valere il suo spunto finale lasciandosi alle spalle Rainmaker, Anthony e Garbo, allieva di Grizzetti, già vincitrice del premio Benetti, unica femmina tra i dodici partenti. Merlano, classificatosi quinto, è stato retrocesso dai giudici all’ultimo posto per “sollecitazione alla partenza”, ovvero una frustata per farlo partire, comportamento vietato dal regolamento.
Il team Grizzetti al completo ha festeggiato Sopran Pechino che recentemente si è aggiudicato a Livorno anche la Coppa del mare. L’assessore allo Sport del comune di Varese, Stefano Malerba, ha premiato Dario Vargiu e l’allenatore Bruno Grizzetti.
La 73ma edizione del Gran Premio Città di Varese si è svolta di fronte a un discreto pubblico, tremila persone circa. Siamo ancora ben lontani dai fasti del passato. Poche casse aperte per le scommesse e lunghe code per poter giocare, con qualche rinuncia di troppo da parte dei tanti scommettitori.
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