Dietro le quinte del design: uscito il docufilm di BertO che rivela i segreti della creazione di un divano
Scopri il docufilm di BertO che svela i segreti della creazione di un divano, dalla prototipazione all'artigianato. Un viaggio nel design Made in Meda
Immagina di essere un invisibile testimone del processo creativo, un viaggiatore nel cuore pulsante dell’artigianato e dell’innovazione italiana. Questa è l’esperienza offerta dal nuovo docufilm di BertO, un’azienda che non ha bisogno di presentazioni per chiunque conosca anche solo superficialmente il mondo dei divani moderni di design e dell’arredamento di lusso. Il titolo stesso, “Come è fatto un divano di Design? Il making of del Divano Modulare IGGY”, promette una rivelazione, una visione che raramente viene concessa al pubblico: il processo intimo e complesso che trasforma un’idea in una realtà tangibile, in un capolavoro di design contemporaneo.
L’esperienza del design: un’opera visiva e mentale
In un’epoca in cui il termine “design” è abusato fino alla banalizzazione, BertO ci ricorda che il vero design non è semplicemente estetica, ma una sintesi di pensiero critico, innovazione tecnologica e abilità artigianale. Questo docufilm non è solo un semplice racconto, è un manifesto della filosofia di BertO, una finestra aperta sul processo creativo che porta alla nascita di un oggetto d’arredo che è destinato a diventare un’icona.
“Il divano IGGY è un’astronave,” afferma con sicurezza Filippo Berto, CEO dell’azienda, nelle prime battute del docufilm. Ma questa affermazione non è una trovata pubblicitaria. È una dichiarazione che prepara il terreno per una narrazione che ci rivela la realizzazione di un progetto radicalmente innovativo. Non un semplice divano, ma un modulo che sfida le convenzioni e riscrive le regole del comfort e dell’estetica.
Come nasce un divano? Un racconto che supera le aspettative
Fin dalle prime scene, il docufilm ci trasporta nel cuore della prototipazione di IGGY, una fase che richiede 18 mesi di sperimentazione incessante. Qui non troviamo solo la creatività pura, ma anche un’attenta ingegnerizzazione che trasforma le forme curve e i materiali innovativi in qualcosa di pratico e durevole. Non si tratta di un processo lineare, ma di un viaggio in cui la soluzione si scopre solo attraverso l’esplorazione e la scoperta.
BertO ci offre uno sguardo su una realtà spesso ignorata: il design come processo di risoluzione di problemi complessi. Il divano IGGY, privo di spigoli e angoli acuti, con una struttura realizzata interamente in acciaio e baydur, rappresenta una sfida ai metodi tradizionali della tappezzeria. Eppure, è proprio attraverso questa sfida che Berto Salotti riafferma il suo ruolo di innovatore, di pioniere in un settore che spesso si accontenta della mediocrità.
La creazione di un divano e il fascino del dettaglio invisibile
Un altro aspetto sorprendente del docufilm è l’attenzione riservata ai dettagli che il pubblico solitamente non vede. Le telecamere si soffermano sulle mani degli artigiani, sui macchinari che tagliano e piegano il metallo, e sui momenti di riflessione che precedono ogni decisione fondamentale per la creazione di un divano. Ogni fase del processo è trattata con la stessa importanza, dallo sviluppo delle basi in ferro fino alla scelta dei tessuti.
L’estetica del design non è solo ciò che appare, ma anche ciò che si nasconde sotto la superficie, sembra suggerire Filippo Berto mentre mostra con orgoglio il lavoro che avviene dietro le quinte. La struttura in acciaio di IGGY, sebbene invisibile all’occhio del cliente finale, è lucidata e rifinita con la stessa cura riservata alle superfici visibili. Questo impegno per la qualità, che non conosce compromessi, è il vero cuore pulsante del Made in Meda, un distretto noto per la sua eccellenza artigianale.
Un docufilm come manifesto di sostenibilità e innovazione nel design Made in Meda
Mentre il docufilm ci guida attraverso i laboratori di BertO, emerge un tema ricorrente: l’equilibrio tra tradizione e innovazione nel mondo dell’arredamento. Il lavoro manuale degli artigiani si fonde con le tecnologie più avanzate, come la pressopiegatura della lamiera e la foratura laser. Questo “matrimonio” tra vecchio e nuovo è visibile anche nella scelta dei materiali: il baydur, ad esempio, un materiale innovativo che sostituisce il legno nella struttura, offre non solo durabilità ma anche flessibilità nella realizzazione delle forme.
Ma il docufilm va oltre la semplice esaltazione dell’artigianato e della tecnologia. BertO ha voluto sottolineare l’importanza della sostenibilità in ogni fase della produzione. La collaborazione con ABM Flex, leader nell’uso di materie prime riciclate e nella produzione autosufficiente di energia, non è solo un punto di orgoglio per l’azienda, ma un segno tangibile del suo impegno verso un futuro più sostenibile.
La modularità di IGGY, ad esempio, non è solo una questione di design flessibile. Rappresenta anche un modo per estendere la vita del prodotto e ridurre l’impatto ambientale. Un divano che può essere facilmente smontato, riciclato e riadattato possiamo affermare che è una dichiarazione coraggiosa in un mondo dove il consumo eccessivo e l’obsolescenza programmata dominano.
Il design come atto culturale promosso da BertO
Oltre alla sua funzione pratica e alla sua estetica, il divano IGGY emerge nel docufilm come un atto culturale. BertO non si limita a creare un oggetto di lusso; crea un simbolo, un manifesto che si inserisce nella lunga tradizione del design italiano, ma che guarda decisamente al futuro. Il divano diventa così una tela su cui si dipinge un racconto di eccellenza, innovazione e responsabilità.
In un certo senso, IGGY rappresenta un ritorno alle radici del design italiano, un movimento che ha sempre visto il bello e il funzionale come inseparabili. Allo stesso tempo, si proietta verso nuove possibilità, svelando come materiali e tecnologie ridefiniscono il concetto stesso di arredamento. Il docufilm, con la sua narrazione fluida e le sue immagini evocative, invita lo spettatore a riflettere su cosa significhi veramente “design” in un mondo in continua evoluzione.
Un’opera d’arte che ispira, sfida e invita a riflettere
Se c’è un aspetto che distingue questo docufilm da altri tentativi simili, è la sua capacità di combinare una narrazione visiva coinvolgente con una riflessione critica sul mondo del design. Non si tratta di un semplice esercizio di stile, ma di un viaggio profondo nel processo creativo, nelle sfide tecniche e nelle scelte etiche che definiscono un prodotto come IGGY.
Il film riesce a mantenere un equilibrio delicato tra informazione e ispirazione, educando il pubblico sul lavoro che si nasconde dietro la creazione di un prodotto di alta gamma, senza mai diventare didattico o pedante. È un’opera che ispira, sfida e, soprattutto, invita alla riflessione, non solo sul design, ma anche su come viviamo e su ciò che scegliamo di portare nelle nostre case.
Alla fine del docufilm, lo spettatore è lasciato con una domanda: cosa riserva il futuro per il design? IGGY è presentato non solo come un prodotto finito, ma come un punto di partenza per nuove esplorazioni. BertO sembra suggerire che il futuro del design risiederà nella capacità di innovare senza perdere di vista le radici culturali e artigianali che hanno reso il design italiano famoso in tutto il mondo.
In un’epoca in cui la velocità della produzione e del consumo minaccia di erodere i valori di qualità e durata, BertO propone una visione alternativa, dove l’artigianato e la tecnologia lavorano insieme per creare non solo oggetti, ma esperienze. E questo docufilm non è solo la storia di un divano, ma una riflessione sul ruolo del design nella nostra vita quotidiana e sulle possibilità che ci offre per vivere in modo più consapevole e sostenibile.
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