Intelligenza artificiale: il 6,2% delle aziende varesine è già al passo, resta il nodo delle competenze
Un approfondimento su aziende del nostro territorio e utilizzo di sistemi e apparecchiature di nuova generazione. I riscontri di uno studio che è stato condotto dall’Ufficio Analisi Economica di Camera di Commercio Varese
Quante sono le aziende varesine che si pongono all’avanguardia su un tema, quale l’intelligenza artificiale, che appare di sempre maggior rilievo nello scenario economico internazionale? Inoltre, a giudizio delle imprese, quali conseguenze potrebbe avere l’introduzione di sistemi e apparecchiature di nuova generazione sul mercato del lavoro locale?
Sono alcune delle domande cui risponde uno studio condotto dall’Ufficio Analisi Economiche di Camera di Commercio Varese sulla base di dati raccolti in occasione dell’ultima indagine congiunturale, che ha coinvolto un campione di 486 imprese del nostro territorio.
Ed ecco che – sulla base dell’indagine pubblicata sul portale OsserVa – il 6,2% delle aziende varesine ha dichiarato di utilizzare già i sistemi di intelligenza artificiale, mentre il 15,5% evidenzia la possibilità di introdurli nell’immediato futuro. Una quota che diminuisce in riferimento all’artigianato (6,6% la percentuale di quelle che o lo fanno o sono interessate ad avviarsi lungo questa strada) e all’edilizia (11,8%). Dati, peraltro, bilanciati da industria e grande distribuzione organizzata, con percentuali pari rispettivamente al 23,6% e al 38,5%.
Quanto alle motivazioni che hanno portato all’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale, per le nostre imprese industriali ci sono principalmente la volontà di automatizzare i processi (73,3% dei casi), quella di accelerare le attività di ricerca per sviluppare nuovi prodotti (41,8%) nonché quella di analizzare al meglio i dati a fini previsionali (26,7%). La fetta di aziende che, invece, non ha ancora deciso di abbracciare i nuovi strumenti pensa che tali innovazioni non siano applicabili nella propria realtà (38,4% delle aziende industriali). Si riscontrano inoltre la difficoltà nell’identificare costi e benefici dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale (28,8%) nonché la scarsità di soluzioni presenti sul mercato (20,6%) come pure quella di competenze necessarie (19,4%).
Allargando poi lo sguardo, in generale, a tutti i settori interessati dall’analisi, le imprese varesine sembrano far emergere una preoccupazione circa la mancanza di opportunità applicative nella propria realtà (tema indicato dal 52,7% dei soggetti interpellati).
Si può dedurre quindi che l’intelligenza artificiale non sia compatibile con le peculiarità di tutte le attività; allo stesso tempo è molto probabile che non ci sia consapevolezza e conoscenza approfondita sul tema. «Credo sia allora opportuno – sottolinea il presidente di Camera di Commercio Varese, Mauro Vitiello – fare in modo che ci sia una maggiore diffusione sul nostro territorio di figure professionali che possano supportare le imprese in un processo di introduzione dell’intelligenza artificiale. Questo per preservare la competitività in un contesto economico sempre più in movimento e all’avanguardia».
Lo studio dell’Ufficio Analisi Economica dell’ente camerale varesino ha, infine, affrontato il tema del lavoro, chiedendo alle imprese già orientate all’intelligenza artificiale se e quanto questi modelli operativi comportino la riduzione del numero dei loro addetti.
In generale, le aziende continuano a ritenere l’elemento umano essenziale nella propria attività: nel 90% dei casi valutano che l’introduzione dell’intelligenza artificiale avrà pochi effetti o addirittura nessuno in termini di diminuzione dei propri dipendenti.
Resta, però, la preoccupazione circa la difficoltà nel trovare figure professionali competenti: i più ricercati sono gli specialisti IT (indicata dal 51,2% delle imprese), seguiti dagli esperti in automazione dei processi produttivi (42,2%), dai data scientist e analyst (29,7%) e dagli specialisti in trasformazione digitale e innovazione (21%). Chiude la lista la categoria degli esperti in formazione e sviluppo di competenze (19,5%): seppure in coda, questa risulta la classe di addetti più indispensabile secondo le imprese artigiane ed edili.
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