L’arbitro sospende la partita, missione punitiva fuori dal campo: “Ti prendo e ti ammazzo”. Il processo a Varese
Nel mirino un direttore di gara che di professione è avvocato. Il fatto finisce di fronte al giudice di pace, imputati un dirigente e due giocatori di Ponte Tresa: “Nessun segno di resipiscenza”

Un tecnico e due giocatori che non accettano la decisione di un arbitro. La partita che viene sospesa poiché il direttore di gara non si sente al sicuro. E l’epilogo della storia: i tre che circondano l’auto dell’arbitro e lo minacciano pesantemente: «C’è da prenderlo e ammazzarlo».
È quanto finito nella denuncia presentata dall’arbitro minacciato, che di professione fa l’avvocato e che si è rivolto al giudice per avere giustizia. La denuncia è scattata dopo la partita disputatsi a Varano Borghi nell’ambito del campionato Uisp fra due squadre di pallacanestro, “Vergiate Vikings” e “Lavena Ponte Tresa” il 20 marzo 2023.
Il clima, secondo il racconto della parte offesa, era già piuttosto pesante in campo per via di alcune scorrettezze che l’arbitro durante la partita aveva fatto notare. Scorrettezze a cui erano seguite intemperanze da parte dei giocatori, e pertanto il direttore di gara aveva sospeso la partita per gli atteggiamenti intimidatori nei suoi confronti.
«Pensavo che fosse finito tutto così, con la mia decisione, invece no». Infatti nelle carte dell’esposto per il reato di minaccia aggravata, nel momento in cui lo stesso arbitro stava lasciando il campo di gioco a bordo della propria auto, il veicolo è stato circondato dalle tre persone oggi imputate, tesserati della squadra di Lavena Ponte Tresa, uno dei responsabili sportivi e due giocatori: due degli imputati sono del 1973, un terzo è del 1998. È qui, di fronte all’auto dell’arbitro, che si sarebbero consumati i reati consistenti nelle pesanti minacce (aggravate dal fatto di essere state proferire in luogo aperto al pubblico e da più persone), consistite nel fatto di avergli impedito di aprire l’auto e di avergli rivolto parole cariche d’odio: «Sei un arbitro e devi stare zitto altrimenti ti spacco la faccia (…)», «Io vado a vedere dove arbitri così ti aspetto fuori e ti ammazzo», e simili.
La denuncia presentata dall’arbitro-avvocato (rappresentato in giudizio dalla collega Greta Forlin), è finita di fronte al giudice di pace. Le parti sembrano aver trovato un accordo: remissione di querela a fronte del risarcimento, così da non andare a processo ed evitare le condanne. La prossima udienza è fissata per il 19 novembre.
«C’è grande amarezza perché in 25 anni non mi era mai successa una cosa del genere», conclude la parte offesa, che aggiunge: «Da parte delle tre persone che ho denunciato non si è mai verificato alcun comportamento di resipiscenza, nessuna scusa».
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