
Induno Olona
A Induno Olona un incontro per ricordare i 100 anni di Valerio Ganugi
L’anniversario del sindacalista e anima della comunità civile della Valceresio verrà ricordato a Induno Olona il 2 novembre

Il 24 ottobre di quest’anno avrebbe compiuto 100 anni Valerio Ganugi: questo anniversario verrà ricordato a Induno Olona (dove ha sempre abitato dal 1960 con la moglie Liliana e il figlio Andrea), nel corso di un incontro pubblico che si terrà sabato 2 novembre alle 15 presso la sede dell’Associazione Borgo Olonese in via Re Magi, 20 nella frazione di Olona.
Originario di Firenze, aveva vinto un concorso all’Ufficio del Dazio di Tradate nel 1958 e dopo un paio d’anni aveva trovato casa proprio nel paese di accesso alla Valceresio. Dai primi anni Sessanta ha lavorato al sindacato e successivamente è stato chiamato a dirigere in qualità di Segretario Generale la FIOM (Federazione Impiegati Operai Metallurgici) della CGIL.
La fine degli anni Sessanta fu la stagione delle grandi lotte studentesche e delle fondamentali conquiste sindacali: il 1969 fu l’anno del cosiddetto “Autunno caldo”, durante il quale furono raggiunti importanti traguardi per quanto riguarda i diritti sindacali dei lavoratori in Italia nelle fabbriche, che più in generale permisero di ottenere negli anni successivi conquiste sociali di rilievo formalizzate nello Statuto dei lavoratori. Questo periodo fu vissuto con grandi confronti dentro il Sindacato e nel mondo politico e si concluse senza grandi strappi, grazie anche al contributo di persone come Valerio Ganugi.
La pietra miliare di quella stagione è rappresentata dal “Documento di Chiuro” (paesino della Valtellina), che segnò l’avvio della esperienza unitaria dei sindacati metalmeccanici della CGIL, CISL e UIL, costituendo la prima FLM (Federazione Lavoratori Metalmeccanici) in Italia. Su quel risultato fu determinante anche la persona di Valerio Ganugi per la sua determinazione ed apertura al dialogo, pronto all’ascolto e capace di sintesi valorizzando i rapporti umani. Nel 1973, lasciata la categoria dei Metalmeccanici, si dedicò alla costruzione della Federazione unitaria CGIL, CISL e UIL e ne divenne uno degli esponenti di spicco.
«Ho voluto che si svolgesse qui come replica dell’incontro fatto a gennaio di quest’anno, quando abbiamo ricordato il centenario di mia mamma – dice Andrea Ganugi – perché anche lui, oltre agli impegni sindacali che aveva a Varese, ha sempre partecipato in modo attivo alle attività civiche e politiche del paese. Era entrato nel consiglio di amministrazione del Centro Polivalente per l’assistenza alle persone anziane e negli ultimi anni della sua vita era stato anche segretario cittadino del Partito Socialista Italiano, dal 1992 fino al suo scioglimento nel 1994».
Continua il figlio: «La vocazione di mio padre all’attivismo sociale e politico deriva prima di tutto dalla sua formazione personale: a Firenze nella sua prima gioventù aveva lavorato alle Officine Galileo, un’azienda storica in Italia per la produzione di strumenti scientifici ed astronomici. Il suo mentore per quanto riguarda l’attività politica nel Partito Socialista era lo zio materno Giulio, figura carismatica della vita sindacale cittadina, a cui era legato da un grande affetto. In questo ambiente aveva conosciuto Liliana, che si era trasferita da Roma con la famiglia durante la guerra e che dopo la Liberazione frequentava la redazione del quotidiano socialista locale, la Difesa».
«Mio padre aveva una particolare attitudine al dialogo con tutti e alla mediazione con la controparte industriale, che gli portava rispetto condiviso con tutti i suoi interlocutori, a prescindere dal credo politico e dalle convinzioni personali – conclude Andrea Ganugi – Per questo era cercato e coinvolto quando c’erano da risolvere controversie o problematiche sociali sul territorio. Un’altra dote che mi piace di ricordare di lui è la sua sensibilità artistica e la sua abilità artigianale: la nostra cantina di casa era il suo laboratorio dove, oltre a restaurare mobili ed altri oggetti di casa, amava anche dipingere e scolpire il legno».