Droga dalla Spagna nascosta nei carrelli, processo a Varese
Rimangono a giudizio quattro dei dieci imputati originari accusati di gestire un grosso giro di importazione di marijuana e di “fumo“

C’era chi si occupava dei viaggi e chi invece aveva il compito di allestire carrelli a guisa di doppiofondo: veniva, la marijuana, inserita all’interno, e partiva alla volta dell’Italia. Un traffico individuato dai carabinieri che hanno ricostruito nelle indagini quanto avveniva nel gruppo di varesini (e non) che aveva come fine quello di importare dalla Spagna grossi quantitativi di stupefacenti (fra hascisc e marijuana).
Un “giro“ finito, come si ricorderà col clamoroso sequestro “monstre” di droga di alcuni anni fa operato nelle vicinanze di Varese (nella foto). Per quei fatti finirono a processo in tutto dieci persone, quattro delle quali sono oggi a giudizio in collegio (le rimanenti sei hanno seguito iter processuali diversi, anche con alcune assoluzioni in Appello).
Nell’udienza di giovedì dinanzi al Collegio di Varese sono stati ripercorsi e ricostruiti parte di quei traffici attraverso l’escussione di un testimone dell’accusa, un carabiniere della Stazione di Azzate che si è occupato delle indagini: i legali dei quattro imputati, fra cui l’avvocato Pasquale Schiariti e Alberto Zanzi hanno con domande specifiche confutato alcuni dei passaggi testimoniali relativi alle ricostruzioni dei viaggi e delle trasferte Spagna – Italia dove la droga – è l’accusa – veniva importata in grandi quantitativi seguendo i più stravaganti stratagemmi.
E, come in tutte le attività umane, anche queste legate all’import di prodotti proibiti, subiva l’alea dell’imprevisto: in un caso l’auto impiegata per gli spostamenti rimase in panne e gli occupanti dovettero proseguire il viaggio con altri mezzi. L’udienza è stata aggiornata con testi della difesa ed esame degli imputati il prossimo 5 dicembre.
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