La Pro Patria in casa dell’Atalanta Under 23 prova a uscire dalla “pareggite”
Sabato 9 novembre i bustocchi, peggior attacco del girone (9 gol in 13 partite), affrontano in trasferta la seconda squadra dell'Atalanta, una fabbrica di goal con 28 reti a referto. La partita può però essere decisa da un singolo episodio, come un anno fa a Busto Arsizio
Pro Patria ricordi? L’anno scorso la vittoria casalinga sull’Atalanta Under 23 rappresentò la partita della svolta, quella che sfatò il lunghissimo tabù dello Speroni e cambiò marcia al filotto invernale di 10 risultati utili in 11 gare, per un totale di 23 punti (su un totale ad aprile di 46). A distanza di 11 mesi da quel 3 dicembre deciso da un’incornata di Moretti per la squadra di Riccardo Colombo è di nuovo tempo di seguire quelle orme segnate e puntare al “bottino pieno” anche nella trasferta di domani, sabato 9 novembre, ore 15.
All’epoca l’andamento dei tigrotti, oggi tredicesimi a 14 punti, era peggiore e la posizione era quella di una squadra pienamente immischiata nei playout, zona calda adesso soltanto sfiorata. Sette erano le sconfitte, di cui 4 in serie, anche se a ben guardare il numero di vittorie era di 3 anziché di 2 come quest’anno. Il motivo è da identificare con la pareggite che accompagna i bustocchi quest’anno, la squadra con più “x”. Forse non si tratta di una vera e propria malattia, dato che è comunque utile a muovere la classifica, ma rimane pur sempre una lieve forma di astinenza dalla vittoria.
Quest’anno la seconda squadra della Dea, settimana in classifica a 20 punti, all’appuntamento di Caravaggio sicuramente più rodata dopo l’anno da debuttante assoluta. I numeri messi a referto dai ragazzi di mister Modesto sono sicuramente positivi e rispecchiano i diktat della creatura originaria di Gian Piero Gasperini. Se la prima squadra ha già fruttato 29 goal in 11 match, gli “orobici-ni”, che in squadra contano anche l’ex Guillame Renault (gemello dei tigrotto infortunato Christophe), sono a quota 28 in 13 gare. Una media di tutto rispetto che vale il primato nel Girone A, classifica in cui la Pro Patria incarna invece l’ultima posizione, condividendo beffardamente gli stessi numeri del Renate (9 goal fatti, 11 subiti), che però è nono anziché tredicesimo.
IL VLAHOVIC CHE NON TI ASPETTI, COLOMBO: “L’ATALANTA SEGNA TANTO”
«L’obiettivo è vincere la partita- commenta l’allenatore della Pro Patria Riccardo Colombo in sala stampa il giorno della vigilia -. Le partite sono fatte di episodi, l’Atalanta segna tanto, hanno giocatori a livello offensivo molto interessanti, alcuni hanno già esordito in Serie A e noi dovremo fare una prestazione difensiva eccellente. D’altro canto, loro concedono tanti spazi, se saremo bravi ad avere pazienza nel chiuderci bene, allora potremo avere spazi in ripartenza da sfruttare».
“TOGLIERE LORO LE CERTEZZE”
«Servirà loro pazienza, dovremo sopportare la loro pazienza, hanno messo sotto tutte praticamente le squadre, concedendo però parecchio. Penso che il loro marchio di fabbrica sia il fatto di andare in goal tutte le partite, non è successo solo a Vicenza. Vlahovic ha già segnato 10 reti, Vavassori ne ha fatti 6, probabilmente non ci sarà invece De Nipoti, che comunque ha messo a segno 7 assist. Sono giocatori che sanno di poter segnare sempre, sono giocatori in fiducia. Noi dobbiamo toglier loro queste certezze».
«Il modo di giocare dell’Atalanta ricalca molto quello della prima squadra. Hanno un’idea forte, giocatori scelti per quel modo di giocare. Sugli esterni hanno parecchia gamba, i difensori centrali danno palla al compagno, riempiono benissimo l’area e sanno giocare tra di loro. La fase nostra difensiva deve partire dagli attaccanti».
PAREGGIARE NON È MALE?, COLOMBO “DOBBIAMO FARE PIÙ GOAL, NON E’ SEMPRE COLPA DELL’ATTACCANTE”
«Ho letto che siamo la squadra che ha pareggiato di più di tutta la Serie C, penso che sia una cosa importante. Tutte le partite sono state equilibrate, spesso sono decise da episodi. Noi dobbiamo pensare a fare più goal, in settimana ci siamo focalizzati a calciare di più, a dare più opzioni offensive e a essere più concreti sotto porta, ma anche avere il coraggio di tirare da 30 metri o mettere in area la palla decisiva. Non è sempre e solo colpa dell’attaccante ma anche del centrocampista che non imbuca bene del quinto che serve al meglio la palla. È una questione di squadra, questa settimana ci siamo concentrati su questo aspetto. Il campo ci dà delle indicazioni e in questo momento ci dice che segniamo poco e che dobbiamo migliorare in questo».
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