Sull’ospedale di Gallarate le associazioni dei malati chiedono il diritto a “progettare insieme i servizi”
Fuori dalla polemica politica, le sigle dei pazienti di malattie croniche intervengono alla vigilia dell'assemblea in programma martedì sera sul destino del Sant'Antonio Abate
Le associazioni dei pazienti e dei loro familiari rivendicano il «diritto di partecipare alla “coprogrammazione e coprogettazione” dei servizi», a «collaborare a programmare e progettare una rete diffusa territoriale di organizzazione e strutture di cura della salute».
È la posizione espressa dalle associazioni alla vigilia dell‘assemblea pubblica che si terrà martedì 12 novembre alle Scuderie Martignoni. La serata è stata proposta dalle forze di minoranza (centrosinistra e liste civiche), dopo che è saltato il consiglio comunale aperto, bocciato dalla maggioranza.
L’incontro convocato per martedì sta raccogliendo adesioni anche da diverse realtà dell’associazionismo, con punti di vista differenti e attenzione a diversi aspetti.
Le associazioni dei pazienti «lasciano alla sedi politiche e istituzionali il dibattito sull’allocazione dei servizi e delle strutture sanitarie», dicono nel loro comunicato, e «si schierano unicamente per la difesa del “diritto alla salute”».
Sfuma il consiglio aperto sull’ospedale di Gallarate, l’opposizione chiama a un’assemblea pubblica
Di seguito il comunicato integrale della rete delle associazioni, già promotore della manifestazione nel 2023 per la tutela dei servizi dell’ospedale (ci si riferisce la foto di apertura).
Comunicato stampa delle Associazioni dei pazienti cronici e dei loro familiari
in occasione della assemblea pubblica del 12-11-24Le Associazioni lasciano alla sedi politiche e istituzionali il dibattito sull’allocazione dei servizi e delle strutture sanitarie.
Le Associazioni si schierano unicamente per la difesa del “diritto alla salute” per tutti e in particolare per tutte le persone più deboli e fragili. affermano:
1. il diritto ad una informazione puntuale sui servizi ospedalieri e territoriali attualmente operativi , sul loro funzionamento, sulle modalità di accesso e sulla loro progressiva riorganizzazione.
2. il diritto di partecipare alla “coprogrammazione e coprogettazione” del funzionamento dei nuovi servizi e della risposta ai bisogni (v. normativa* e nostre interpellanze a livello regionale e locale / pubbliche e PEC, ad oggi senza alcun riscontro) e chiedono in particolare:
Servizi ospedalieri per acuti progettati per essere accessibili (es. modello DAMA), e con spazi e percorsi di cura in grado di accogliere e tutelare persone con cronicità complesse con polipatologie, disabilità e fragilità di ogni fascia di età.
Servizi territoriali di prossimità e domiciliarità (e non solo servizi ambulatoriali diagnostici/prestazionali), programmati e progettati per una presa in carico e per un prendersi cura dei bisogni complessi socio sanitari delle Persone con cronicità, disabilità, fragilità e dei loro Caregiver.Le Associazioni inoltre esprimono:
1. la necessità e il dovere:
di collaborare a programmare e progettare una rete diffusa territoriale di organizzazione e strutture di cura della salute, espressione di una comunità che si prende cura
2. e insieme il sogno:
di collaborare a progettare anche una “Cittadella della Salute” (Casa di Comunità, servizi sanitari e
sociali, spazi educativi e ricreativi) nel cuore della città che si prende cura della salute e del
benessere di tutti e in particolare dei più deboliLe Associazioni e le Cooperative del Terzo Settore stanno continuando a organizzare e fornire quotidianamente i servizi con la loro presenza capillare di sostegno e affiancamento alle Persone fragili e ai loro Caregiver, rappresentano una “casa di comunità” diffusa, sono un capitale sociale, una risorsa tanto essenziale quanto ignorata.
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