Vi presentiamo Beatrice: è la più giovane autista delle Autolinee Varesine
Intervista a Beatrice, 24 anni, prima giovane donna autista delle Autolinee Varesine nel deposito extraurbano di Varese
Ama le curve, guidava i trattorini da piccola e, malgrado abbia un viso dolcissimo, è una tipa davvero tosta.
Beatrice, 24 anni, è la più giovane autista di Autolinee Varesine e la prima donna nel deposito extraurbano di Varese: un lavoro che, fino a poco tempo fa, sembrava tutto al maschile, ma con una tendenza che sta iniziando a cambiare anche grazie a lei.
Il viaggio di Beatrice nel mondo degli autobus è iniziato poco più di un anno fa, quando ha risposto a un annuncio per l’Academy Conducenti dell’azienda, l’esclusivo corso formativo di Autolinee Varesine (Le cui iscrizioni per l’edizione 2025 chiudono tra pochi giorni, ndr) che consente di avere un lavoro mentre si segue il corso per diventare autisti d’autobus.
«È stato mio papà a trovare l’annuncio su internet – spiega Beatrice – Io lavoravo già in un altro settore, e in fondo mi trovavo bene. Non ero perciò tanto convinta di candidarmi. Ma un cugino, che faceva questo lavoro, mi ha consigliato di provarci. E aveva ragione». La passione per la guida del resto era già presente in lei, coltivata fin da piccola, quando giocava con i trattorini: ancora ora ne conserva le foto.
Dopo l’Academy e una prima esperienza in azienda come controllore, Beatrice è diventata autista a tutti gli effetti nel giugno del 2024. Ma non è l’unica rappresentante delle donne in azienda: oltre a lei ci sono altre due ragazze di nazionalità rumena a Varese e una ragazza a Luino. Altre invece stanno completando l’Academy di quest’anno, e prenderanno servizio l’anno prossimo: una piccola rivoluzione, che sembra destinata a risultati positivi.
Anche se non è sempre facile: come racconta Beatrice, il pregiudizio verso una donna al volante di un autobus esiste. «Ho avuto qualche battibecco, in particolare con persone di una certa età che fanno battutine: ‘Ma ce l’hai la patente?’ qualcuno ha chiesto – ammette – Alcuni non prendono bene l’idea di vedere una donna alla guida di un pullman. Con i ragazzi più giovani, però, le cose vanno meglio: ogni tanto si fa vivo qualche gruppetto, ma sono più curiosi che altro».
Prima di guidare, Beatrice ha lavorato come controllore, un’esperienza che le ha insegnato molto. «È stata un’esperienza che mi ha aperto gli occhi e mi ha formato il carattere – racconta – Una volta ho trovato un passeggero con una mannaia in borsa… Sono esperienze che ti insegnano a gestire le situazioni, a non andare in panico e a comunicare. E adesso, quando mi capita di fare le multe, spesso mi ringraziano, perchè ho un modo gentile per farle. Anche se con i ragazzi delle scuole serve comunque il pugno di ferro».
Oggi Beatrice guida su una decina di linee extraurbane che partono da Varese e coprono un ampio territorio. «Il punto più lontano che raggiungo è Arona, poi guido su altre linee verso Castelseprio, Villadosia, Cairate e Cavagnano. Quando vedevo le fermate sperdute, mi chiedevo: ‘Ma davvero ci passa il pullman?’ E ora ci passo io» dice ridendo. «Villadosia è una delle mie preferite, con tutte quelle curve. Ogni viaggio è diverso, mi piacciono da matti».
Beatrice guida con attenzione, soprattutto per le persone più fragili: una capacità che ha acquisito sul campo. «So che per me un dosso è solo un sobbalzo, ma per chi è seduto dietro la sensazione può essere molto diversa. Poi mi capita di aspettare un attimo prima di accelerare dopo la fermata se vedo una persona anziana o un passeggino, do loro il tempo di sistemarsi. E una attenzione del genere non mi ha mai comunque fatta arrivare in ritardo».
Ora che guida il “pullman” Beatrice torna alle sue esperienza di ragazzina e racconta: «Mi piaceva sedermi davanti durante le gite, per vedere l’autista guidare. Non avrei mai pensato di farlo io, ma eccomi qui».
Delle persone che incontra ora dice: «Ogni tanto mi capita di incontrare ex compagni di scuola o persone che mi hanno conosciuta quando ero piccola, e alcuni colleghi che ora mi aiutano a migliorare sono stati i miei autisti da ragazzina. È bello pensare a come la vita mi abbia riportata in questo mondo».
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