Librizzi uomo della scossa, ma torna il famigerato “pivot a tre teste”
Il play suona la carica nella ripresa, Gray e Alviti si difendono ma c'è un "5 periodico" per i tre lunghi Tyus-Kao-Fall, demoliti da Kabengele
AKOBUNDU-EHIOGU 5 – Si restringono i minuti a sua disposizione, ma non fa nulla per meritarsi qualche corsa in più sul parquet. Un paio di chiusure utili ma null’altro in un impiego che è comunque di 11′, non briciole. C’era l’ipotesi che potesse sfruttare le sue qualità di corsa, ma Venezia imbriglia il ritmo-gara e Kao non riesce a esprimersi.
ALVITI 6,5 – Nella prima parte di gara non trova più di tanto il ritmo nei 9′ che Mandole gli concede. Cresce con il passare dei minuti nella ripresa ed è l’uomo della speranza quando ruba palla e segna in contropiede o quando trova la tripla che tiene accesa Varese. Cinque assist, qualche errore di troppo al tiro ma tutto sommato una buona prova.
GRAY 6,5 – Una delle migliori prove dal suo arrivo a Varese: segna con buona regolarità ed è uno dei pochi che “legge” in anticipo qualche situazione difensiva. Purtroppo nel finale di gara combina due pasticci (piede che tocca la linea e tiraccio da 3 punti da 8 metri con 5” sul cronometro) e intacca una prova che speriamo di rivedere in altre occasioni.
TYUS 5 – Il confronto con Kabengele è implacabile, nonostante il neo-biancorosso abbia la stazza per reggere l’urto. 28 punti e 14 rimbalzi per l’omone della Reyer sono un bottino che non lascia dubbi su dove Venezia abbia vinto la partita. Tyus appare ancora indietro sul “passo gara” ma sarà obbligatorio recuperarlo, perché anche così chiude a quota 10 rimbalzi.
SYKES 6 – Sprazzi da giocatore di qualità: nel primo periodo decide di cambiare il vento e segna 7 punti quasi consecutivi per dare la prima spinta a Varese. Poi però la benzina è quella che é, ha bisogno di rifiatare e non riesce più a essere così incisivo. C’è un rischio che si è visto in qualche frangente, la Mennionite. Nel senso che troppo spesso gli altri gli lasciano la palla sperando che lui, da solo, la risolva. Non è questa la strada.
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LIBRIZZI 7 (IL MIGLIORE) – Mezza partita a fare da onesto servente al pezzo, poi capisce – lui più di altri – la drammaticità del momento e si rimette il mantello da eroe sfoggiato con la Virtus. Se Varese torna a giocarsi la partita, il merito è quasi tutto suo. Poi nell’ultimo quarto va e viene dalla panchina con Mandole alla ricerca del quintetto capace di vincere la partita. Ricerca vana come accadeva per il suo predecessore da cui abbiamo tratto la citazione. Vertemati.
FALL 5 – Completiamo la carrellata di “5” per il “pivot a tre teste”, una definizione che riprende una conformazione poco vincente di qualche anno fa. Fall sta in campo meno di 4′ ma il suo plus-minus dice -11. Fare peggio, in così poco tempo, era difficile. Zero periodico nel tabellino salvo che per un fallo. Fatto.
HANDS 5 – Continuiamo a credere che vada gestito in modo differente. Per come lo abbiamo conosciuto finora, Hands è giocatore in grado di tirare con i piedi per terra con alte percentuali; Mandole dice di aver costruito diverse situazioni per questa caratteristica ma a noi pare di vederlo troppo spesso cercare altre soluzioni. Ovvero l’avvicinamento forzato in area per poi tirare gettandosi all’indietro – anche contro il principio del Moreyball che vieterebbe la conclusione dalla media distanza – oppure il palleggio per cercare la separazione dal difensore sulla linea da 3. Delle due l’una: o Hands non segue i dettami del coach, o questi giochi per Jaylen in realtà sono molto limitati.
JOHNSON 5 – Vorremmo dargli mezzo voto in più perché, anche stavolta, mette fisico ed esperienza nel provare a chiudere l’area in difesa, accettando molti corpo-a-corpo senza mai tirarsi indietro. Ma forse per questo è poco lucido quando si sposta in attacco: lo score dice 2 su 12 al tiro, compreso l’errore sul possesso del possibile sorpasso. Anche un pizzico di sfortuna, quella volta, ma la malasorte non fa statistica.
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