Affitti brevi, a Varese l’85% delle strutture ha richiesto il Cin
Le più diligenti nel chiedere il Codice identificativo nazionale le province di Cremona e Bergamo (88,5%) seguite da Brescia all’86$%

Malgrado il decreto che dispone che qualsiasi unità immobiliare destinata alla locazione turistica debba munirsi del Cin, ovvero il Codice Identificativo Nazionale, specifici dispositivi di sicurezza e la presentazione al Comune di appartenenza della Segnalazione Certificato di Inizio Attività (SCIA), sia in vigore da 14 giorni in Lombardia in media 1 struttura circa su 5 è ancora fuorilegge; e medesima percentuale si riscontra a livello nazionale (80,6%).
In Lombardia infatti secondo i dati del Ministero del Turismo, ad oggi, delle 60.456 strutture registrate, 49.508 strutture (82%%) sono regolari, mentre il 18% non ha ancora richiesto il codice identificativo.
«Nel dettaglio – osserva l’avvocato Gennaro Sposato di Rödl & Partner, colosso della consulenza legale e amministrativa presente in 50 paesi nel mondo tra cui l’Italia – a Varese e provincia su 3.034 strutture registrate i CIN concessi sono 2.588 ovvero l ‘85,30 % degli host sono regolarizzati. Dato che peraltro è ben superiore alla media nazionale. Milano col 21% di strutture ancora fuorilegge, cui andrebbero poi sommate quelle completamente abusive per le quali non esiste che una generica stima, insieme a a Lodi 74,5% è la provincia più attardata in Lombardia».
Nella classifica regionale Cremona e Bergamo entrambe con l’88,5% di strutture registrate sono le province più diligenti, seguite da Brescia all’86%, Varese e Monza-Brianza all’85%, Pavia e Mantova e Sondrio all’83,5% circa di strutture regolarizzate, poi Lecco all’83% e Como all’80%. Chiudono la classifica, come detto, Milano (79%) e Lodi con il 74,5% di strutture adempienti. Accertamenti sono in corso, come raccontano le cronache locali, in tutta Italia con controlli che toccano grandi città così come piccoli borghi.
Per quanti saranno accertati irregolari scattano ora le sanzioni che «per un immobile privo del CIN possono arrivare a 8mila euro – spiega l’avvocato Sposato – mentre la mancata esposizione è sanzionata con una pena pecuniaria che va da 500 a 5mila euro. L’assenza di estintori e rilevatori obbligatori è sanzionata con una multa che può arrivare fino a 6mila euro, ma attenzione – ammonisce l’avvocato – per violazione accertata. L’insussistenza dei requisiti di sicurezza obbligatori è poi sanzionata secondo le disposizioni regionali o statali».
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