Giornata della Memoria: Malnate con le associazioni del territorio ricorda le vittime della Shoah
Nella serata di lunedì 27 gennaio l'iniziativa organizzata dal Comune con letture di testi significativi, testimonianza di chi ha vissuto ed è sopravvissuto all’orrore dei lager nazisti

Ieri, in occasione della Giornata della Memoria, l’Amministrazione Comunale di Malnate ha organizzato alla presenza della sindaca, Nadia Cannito, una serata commemorativa presso la sala consiliare. L’evento, introdotto dall’assessora alla cultura Maria Croci, si è incentrato sulla lettura di testi significativi, testimonianza di chi ha vissuto ed è sopravvissuto all’orrore dei lager nazisti.
Si tratta di storie cariche di dolore e di forza che ci invitano a riflettere sull’importanza di difendere i valori di libertà, dignità e giustizia. L’iniziativa ha avuto come filo conduttore l’ascolto di queste voci straordinarie, un’occasione preziosa per comprendere la profondità della sofferenza umana e per trarre ispirazione verso un impegno comune contro l’indifferenza e l’odio. La serata è stata un’occasione particolare perché a prestare la voce alle testimonianze sono stati i rappresentanti delle associazioni che operano con dedizione sul territorio cittadino. Le letture si sono alternate a momenti musicali.
«Ritrovarsi insieme – dice Maria Croci – ha un grande valore civile perché significa che per i malnatesi la memoria è responsabilità collettiva. Noi non siamo semplici spettatori ma custodi di queste memorie. Ascoltarle significa dare loro nuova forza e impegno affinché il ricordo diventi un’azione concreta contro ogni forma di odio e discriminazione».
Particolare attenzione è stata dedicata ad alcuni testi del poeta malnatese Enrico Bertè tra cui “I verdi fili d’erba”, una poesia dal forte evocativo. I sentimenti di dolore e tristezza vengono comunicati attraverso visioni potentemente espressive tra cui spicca l’immagine finale dei fili d’erba che si contrappongono al cielo plumbeo e che rimandano all’idea di libertà. L’evento si conclude proprio con i versi di “Noi fummo risparmiati per parlarne” sempre di Enrico Bertè, che ripropongono con accenti quasi messianici un tema caro a Liliana Segre, il richiamo al senso di responsabilità dei sopravvissuti, scelti dalla vita non a caso, ma per diventare voci di un dolore collettivo, custodi di una memoria che deve impedire all’umanità di cadere nuovamente nell’abisso.
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